Coronavirus

Test rapido per chi rientra in Italia? Un bluff. Dubbi su attendibilità, privacy e logistica

Manca ancora la certificazione per l'esito in 15 minuti. Ippolito: "Diagnosi incerta"

Test rapido per chi rientra in Italia? Un bluff. Dubbi su attendibilità, privacy e logistica

Dubbi su attendibilità, possibilità di pianificazione, reciprocità e coordinamento con i partner europei; rispetto della privacy. Sono molte le incognite che pesano sull'ipotesi, allo studio del governo, di eseguire test rapidi sui viaggiatori al rientro dai paesi a rischio, compresi quelli che fanno parte dell'area Schengen. Sono oltre un milione e mezzo soltanto gli italiani che hanno scelto di trascorrere comunque le vacanze all'estero secondo una ricerca Coldiretti-IXE'.

Sull'attendibilità dei test rapidi in generale, compresi quelli sulla saliva, si è espresso ieri il direttore scientifico dello Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito. «Ancora non abbiamo uno strumento sicuramente efficace per lo screening rapido per la Covid -afferma Ippolito- I test rapidi non sono l'optimum, perché dipendono dal momento in cui si ha l'infezione. Ma l'ottimo è nemico del buono e noi dobbiamo continuare a usare tutti gli strumenti a nostra disposizione». Ippolito sottolinea che sicuramente in tempi brevi «arriverà anche un test per lo screening assolutamente efficace», visto che c'è una corsa delle aziende ad accaparrarsi il bussines come per il vaccino.

Intanto come è già accaduto in tutte le fasi di questa pandemia le regioni procedono in modo autonomo. In Emilia Romagna è già stato deciso di eseguire il tampone per tutti coloro che rientrano da Spagna, Grecia e Malta. La Puglia imporrà invece la quarantena. É introdotto l'obbligo di segnalarsi immediatamente alle strutture sanitarie di riferimento per eseguire il tampone entro 24 ore dal rientro. Così se l'esito sarà negativo, non scatteranno provvedimenti di quarantena. E proprio ieri dalla Grecia è arrivata la conferma degli epidemiologi: il paese è entrato ufficialmente nella seconda ondata nella pandemia. Per rientri dalla Croazia, altro paese a rischio, resta valido a livello nazionale l'obbligo di autodichiararsi, ai fini dell'autoisolamento di 14 giorni

Gli uomini degli Usmaf, Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera con gli ambulatori di riferimento dovrebbero gestire le operazioni nei punti di arrivo. Avrebbero a disposizione il test salivare per monitorare i rientri dai paesi a rischio. Un test sul quale qualche settimana fa è arrivato il parere positivo del Comitato tecnico scientifico che però è quanto meno ridimensionato dalle affermazioni del professor Ippolito, che fa parte del Cts.

Se il test verrà comunque certificato dagli esperti potrebbe essere introdotto come controllo obbligatorio con un'ordinanza da parte del ministro della Salute, Roberto Speranza, con un periodo cuscinetto perché chi arriva deve sapere prima che sarà comunque sottoposto ad un test e anche la gestione dei dati conseguenti implica questioni di riservatezza. I paesi nel mirino al momento sono appunto Spagna e Grecia, Malta e Croazia. Ma non è escluso che possano aggiungersene altri vista la fluidità della situazione. Con il test della saliva l'esito dell'esame è pronto in 15 minuti. In caso di positività scatta la quarantena obbligatoria e il tracciamento di tutti i contatti.

Per il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia, i test sono utili ma, aggiunge, «serve anche un protocollo europeo per far sì che non si imbarchino assolutamente i positivi».

Un coordinamento delle misure di controllo è stato richiesto anche dalla Ue.

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