Un test per scoprire il cancro «Bastano» le analisi del sangue

L'esame può individuare i primi segnali di 8 tipi di tumore Il costo: 500 dollari. Tra un anno sarà disponibile in Italia

Un test per scoprire il cancro «Bastano» le analisi del sangue

Basterà un'analisi del sangue (da sani) per scoprire la presenza di un tumore. E nel giro di un anno il test potrà essere effettuato anche in Italia in un normale laboratorio di prelievi. La notizia arriva direttamente dai laboratori americani della Johns Hopkins University di Baltimora. L'equipe dei ricercatori, tra cui anche un mini pool di italiani, ha pubblicato sulla rivista Science i risultati di uno studio svolto su un migliaio di pazienti già malati di cancro. A quanto pare i risultati promettono bene. E se la scoperta dell'origine dei tumori è ancora lontana, almeno si stanno facendo grossi passi avanti sulla diagnosi, sempre più precoce.

Grazie al nuovo test, si riuscirà a identificare il tumore con una precisione molto superiore rispetto a quella garantita oggi dall'analisi dei marcatori nel sangue. Sarà possibile leggere i primi timidi segnali di otto forme di tumore tra le più aggressive e rapide: ovaio, fegato, stomaco, pancreas, esofago, colon retto, polmone e seno.

«Grazie a questo test riusciamo a identificare alcune proteine e a leggere i frammenti di Dna mutati» spiega Gianpaolo Balzano, chirurgo del pancreas center dell'ospedale San Raffaele e stretto collaboratore del primario Massimo Falconi, tra gli autori della ricerca. «Se il test è positivo - aggiunge Balzano - nel 99% dei casi vuol dire che il tumore c'è davvero. Quindi il margine di errore è inferiore all'1% e l'esame riesce ad essere molto più specifico rispetto a quelli di oggi, compresa la biopsia liquida».

Il test, che non è ancora commercializzato in Italia, negli Stati Uniti costa circa 500 dollari. Anche quando verrà importato nei nostri laboratori di analisi avrà un costo rilevante e, almeno per un lungo periodo, è impensabile che venga passato dal sistema sanitario nazionale. Quel che è certo è che sarà un alleato fondamentale nello screening: aiuterà a dare informazioni utili per impostare monitoraggi e terapie ancor prima che il tumore si manifesti, anticipando gli stadi iniziali e, ancor di più, i sintomi. E consentirà agli oncologi di sviluppare trattamenti su misura per ogni singolo paziente, a seconda dei casi.

Ad oggi i programmi di screening in Italia prevedono che tutte le donne tra i 50 e i 69 anni ricevano ogni due anni una lettera d'invito dalla Asl a eseguire gratis la mammografia. Inoltre, tutti i cittadini fra i 50 e i 70 hanno diritto, ogni due anni, a fare il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci. Infine, ogni tre anni per le donne tra i 25 e i 64 anni esiste il Pap test, che viene progressivamente sostituito dall'esame anti Papillomavirus (Hpv), più efficace e da ripetere ogni cinque anni. Nel 2015, secondo i dato dell'Osservatorio Nazionale Screening, sono stati inviati 13 milioni di inviti per gli screening, ma i test eseguiti sono stati meno della metà: solo 6 milioni.

Insomma, la strada da fare per un vero screening a tappeto è ancora parecchia ma si spera che il nuovo test, almeno per gli otto tumori che aiuterà a identificare, stimoli le persone a rischio o con precedenti in famiglia, a una prevenzione più massiccia. I ricercatori puntano molto anche sui possibili sviluppi della biopsia liquida sperando, primo a poi, di poter mettere a punto un test universale per la diagnosi di tutti i tumori in tutte le persone sane.

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