La seduta nell'aula del Senato è tesa, tanto che la presidente della Camera, Elisabetta Alberta Casellati, si trova a richiamare all'ordine Matteo Salvini per aver usato l'espressione «cogl....». La legge Zan contro l'omotransfobia continua a creare contrapposizioni, anche se l'intesa potrebbe essere dietro l'angolo, come sostengono sia pur con sfumature diverse sia Matteo Salvini della Lega che Licia Ronzulli di Forza Italia e Matteo Renzi di Italia viva. Il Pd di Enrico Letta resta deciso ad andare avanti.
La scadenza per presentare gli emendamenti è fissata per il 20 luglio a mezzogiorno: c'è una settimana di tempo per modificare i tre articoli che nella legge rimangono critici. Lo ha stabilito la Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama «dopo una lunga mediazione», alla fine della quale il calendario è stato approvato all'unanimità. Il rischio di finire a settembre quindi rimane.
Il Senato ha respinto le pregiudiziali di incostituzionalità che erano già state presentate alla Camera. I sì sono stati 136, i no 124 e all'appello sono mancati i voti di Italia viva, che si è dimostrata decisiva per il futuro del provvedimento. I no sono un segnale che Matteo Renzi non può sostenere che il ddl Zan presenti aspetti contrari alla Costituzione, come invece è opinione di Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia e Udc, che si sono espresse a favore.
Ma come ha spiegato Renzi medesimo nel suo intervento in aula, questo non significa che, «finché ci saranno due Camere», la questione si chiuderà così. Il leader di Iv ha chiesto di evitare il muro contro muro e ha lanciato un appello, che è ancora una volta un attacco al Pd di Enrico Letta: «Si faccia un accordo sui punti dell'articolo 1, 4 e 7 e si chieda a tutte le forze politiche di presentarlo poi anche alla Camera entro 15 giorni», ha detto il leader di Italia viva.
La discussione sulla legge Zan continuerà oggi, insieme con il voto sulle sospensive. Una guerra di logoramento che potrebbe avere diversi esiti: il voto al buio in aula entro due settimane, con la possibilità che la legge salti del tutto o una sorta di «maxiemendamento» frutto di un tavolo politico, come chiesto dal senatore leghista Davide Ostellari, relatore in commissione della legge, con l'approvazione dell'azzurra Ronzulli e la sostanziale coincidenza di posizioni espressa da Renzi. Sembra escluso, al momento, il rinvio alle commissioni Sanità e Giustizia per approfondire le questioni controverse.
«È essenziale superare le criticità del testo Zan ed evitare che la legislatura si concluda senza alcuna norma contro l'odio, la violenza e le discriminazioni» sostiene Ronzulli, prima firmataria della legge di centrodestra contro l'omotransfobia.
«Siamo a un passo dall'intesa» dichiara anche il segretario della Lega. «Aumentiamo le pene per chi ironizza, attacca, discrimina. Togliamo dal banco quello che divide e in un mese si approva la legge. Teniamo buono quest'impianto. Togliamo i bambini e togliamo un reato. Dobbiamo approvare leggi obiettive, meno spazio lasciamo ai tribunali e meglio è» sostiene Matteo Salvini. Sulla carta, se Renzi resta della partita, la possibilità di modificare la legge esiste.
Anche perché c'è da dire che a schierarsi contro alcuni aspetti della legge c'è anche un gruppo di grillini dell'area legata all'ex premier Giuseppe Conte. L'assenza di dieci m5S in aula già all'inizio della seduta è sembrato a molti un segnale premonitore di ciò che potrebbe accadere.
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