Tette al vento, vecchiaia e silicone: le confessioni hot della Giannini

Intervista surreale del ministro al Fatto: "Posso piacere e affascinare". E sulla chirurgia estetica: "Vi siete accorti che la ragazza di campagna Stefania non è una donna rifatta"

Tette al vento, vecchiaia e silicone: le confessioni hot della Giannini

Oggi parliamo di tette. Tette ministeriali. Con tutto quel che ne consegue: topless estivo, ipotesi di ritocco estetico, rilascio dei tessuti e così via. A darci una lezione sulle grazie femminili è il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini che, esautorata da Matteo Renzi dall'occuparsi del dossier scuola, si presta a una chiacchierata con Carlo Tecce del Fatto Quotidiano sui suoi rotondi (ma non troppo) seni che quest'estate gli italiani hanno ammirato grazie a una paparazzata firmata dal settimanale Chi.

La Giannini non si sente particolarmente bella: "Magari posso piacere, posso affascinare. Creedo di essere gradevole. Le donne non devono mascherare la propria femminilità". Niente da censurare, insomma. Nemmeno il topless, il primo della storia repubblicana. Sdraiata a prendere il sole, a Marina di Massa, la 54enne ministra dell'Istruzione passerà sicuramente alla storia per aver rotto una sorta di tabù. Niente da dire. Ormai il topless lo pratica tutte. E ogni estate tiene banco sulle rubbriche rosa se le tette al vento sono cafone o meno. Noblesse oblige il pezzo sopra. Ma tant'è: non sarà certo un po' di carne a cuocere sotto il sole a farci colorire le gote, nemmeno se questa appartiene a un componente del governo. Il dibattito, poi, merita giusto il tempo estivo di una gossippata. Eppure la Giannini si diverte a concere una intervista un po' voyeur al quotidiano di Marco Travaglio che sui pruriti erotici ha costruito la propria fortuna. "Era una fotografia al naturale, questo va detto - racconta la titolare dell'Istruzione - io sono sempre me stessa, anche se mi stendo a prendere il sole. Il paparazzo ha rubato un pezzo di me, s'è intrufolato in casa mia, perché il mio corpo è la mia casa: ne tengo cura, la miglioro, la capisco".

Il botta e risposta sul Fatto Quotidiano assume i contorni delle riviste patinate. Il giornalista: "Ha mai pensato a un ritocco estetico?". Il ministro: "Questo mi fa piacere". Ancora il giornalista con fare incalzante: "Cosa?". E la Giannini di volèe: "Vi siete accorti che la ragazza di campagna Stefania non è una donna rifatta". Quindi alza il tiro: "Se il silicono o l'operazione al viso diventa una forma di schiavitù, mi fa tristezza. Se aiuta ad accettarsi meglio, per me non è un tabù. A una certa età, rifletti sui segni che ti lascia la vita, immagini cosa si potrebbe arginare: per un po' l'ho immaginato anch'io, adesso mi è passato questo lieve desiderio.

Io resto una ragazza di campagna". Parole sante. Quasi da non asggiungere altro. Peccato che, poi, il ministro si dilunghi a raccontarci dell'infanzia in campagna, l'impegno politico e, soprattutto, la riforma della scuola detattale dal premier.

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