Tocca alla destra chiudere i conti con il nazismo

Certe storie non finiscono mai. Certe storiacce, poi, si aggirano per l'Italia e per l'Europa come dei fantasmi che vengono a chiedere se non giustizia, almeno riconoscimento

Tocca alla destra chiudere i conti con il nazismo
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Certe storie non finiscono mai. Certe storiacce, poi, si aggirano per l'Italia e per l'Europa come dei fantasmi che vengono a chiedere se non giustizia, almeno riconoscimento. I crimini di guerra dei nazionalsocialisti compiuti sul territorio italiano rientrano in questa triste e angosciante categoria dello spirito disumano. Proprio oggi la Corte costituzionale è chiamata a discutere su di un caso sollevato da Miriam Iappelli giudice dell'esecuzione del tribunale di Roma ossia: la vendita di immobili pignorati alla Germania a Roma per risarcire i danni subiti da due vittime del Terzo Reich come il fante Angelantonio Giorgio e il partigiano Gualberto Cavallina, entrambi deportati a Dachau. Le sentenze, favorevoli alle due vittime, sono state pronunciate dalle Corti d'Appello di Roma e di Bologna. Dunque? Dunque, prima delle sentenze è stato approvato dal governo Draghi il Fondo per il ristoro dei crimini di guerra e contro l'umanità compiuti dai tedeschi in Italia e ecco il paradosso la Germania proprio a seguito dell'approvazione del Fondo (inserito anche nel Pnrr) aveva chiesto estinta la procedura di risarcimento e alla richiesta tedesca si è associata anche l'Avvocatura dello Stato per conto della presidenza del Consiglio dei ministri.

Il governo presieduto da Giorgia Meloni, che naturalmente nulla ha a che vedere con il passato che a volte non passa e a volte non si vuole che passi, lo voglia o no dovrà dare il suo contributo a chiudere la storia del risarcimento dei danni subiti dalle vittime dei crimini di guerra e nel rispetto della stessa logica del Fondo voluto dal governo Draghi è bene che riconosca politicamente il diritto delle vittime e dei familiari ad essere risarcito e riconosciuto. La posizione del governo è, a questo punto, anche più importante della decisione che verrà dalla Corte costituzionale, proprio perché è un governo che fa dell'idea di nazione, come avrebbe detto Federico Chabod, il necessario presupposto per la costruzione di una patria europea più grande o, come direbbe Mazzini, più «giovine».

Il giudice Iappelli, appellandosi alla Consulta, ha fatto notare il profilo di incostituzionalità che c'è implicitamente nel decreto del Fondo in quanto è come se si dicesse che i diritti abbiano una scadenza, mentre sono proprio ciò che non muore. E' l'idea stessa di Europa o, meglio ancora, di Occidente: la centralità della persona che è superiore moralmente allo Stato. Qualunque.

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