RomaAi magistrati non piaceranno e infatti l'Anm già denuncia la «stretta» e raccomanda «cautela». Ma le novità sulla responsabilità civile delle toghe di cui si parla da settimane ora sono nero su bianco nelle linee guida del ministero di via Arenula. Parte di quella riforma della giustizia che il Guardasigilli Andrea Orlando domani presenterà ai capigruppo della maggioranza e poi alle opposizioni, e che riguarda anche limiti all'appello, calcolo della prescrizione, intercettazioni, corruzione, sistema elettorale del Csm e disciplinare.
Diciamo subito che non c'è la responsabilità diretta del magistrato per il risarcimento di un errore giudiziario, secondo l'emendamento del leghista Pini votato anche da Fi alla Camera. Ma si vuole «rendere effettivo lo strumento», come ha più volte sollecitato l'Ue soprattutto per l'errata applicazione del diritto comunitario da parte del giudice. Le vittime del «cattivo uso del potere giudiziario», dunque, avranno maggiori possibilità di rivalersi sulle toghe che hanno sbagliato. Diventa più amplia l'area di responsabilità, si supera il filtro di ammissibilità per queste cause che finora era quasi uno scoglio invalicabile, c'è la certezza della rivalsa dello Stato (che risponde sempre in prima battuta) nei confronti del magistrato, la soglia aumenta fino a metà dello stipendio annuale e c'è un coordinamento con la responsabilità disciplinare.
Tutte modifiche che preoccupano le toghe. Ed ecco che il presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli mette le mani avanti, notando che non era questa una «priorità»: si rallegra per l'esclusione dell'azione diretta che sarebbe incostituzionale e «fuori dall'Europa», ma avverte che l'eliminazione del filtro per le cause porterebbe ad un «rischio molto elevato di cause strumentali». Quanto all'ampliamento dei casi, c'è già un veto: «Se si parlerà di violazioni per l'interpretazione della legge, ci sarà il problema del limite all'indipendenza della giurisdizione».
Ma la scheda sulla riforma sul sito web del ministero dice proprio il contrario: è fallito il meccanismo della legge Vassalli dell' '88 e adesso si cambia, perché l'effettività di questo strumento che tutela i cittadini è l'altra faccia dei principi di indipendenza e autonomia che tutelano i magistrati.
Per cominciare, verrà rimosso ogni ostacolo all'azione di rivalsa del cittadino e diventerà obbligatoria quella dello Stato verso la toga, in caso di «negligenza inescusabile». Anche per le ipotesi di «violazione manifesta delle norme applicate ovvero manifesto errore nella rilevazione dei fatti e delle prove» la responsabilità sarà estesa, al magistrato onorario, mentre i giudici popolari resteranno responsabili solo in caso di dolo.
Per quest'ultimo rimarrà senza limite l'entità della richiesta, ma nelle altre ipotesi la soglia economica salirà al 50 per cento della retribuzione annua, mentre era ad un terzo. «Una somma decisamente molto elevata», storce la bocca Sabelli. Quanto ai «rafforzati i rapporti» tra responsabilità civile e disciplinare, per l'Anm bisogna evitare «ogni automatismo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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