Toghe, fine di un'epoca È diventata legge la responsabilità civile

Con 265 voti favorevoli, 51 contrari e 63 astenuti passa il provvedimento inviso ai magistrati

ai il tempo è scaduto e dalla Camera la riforma della responsabilità civile dei magistrati esce come legge. Succede dopo le 22, quando in Aula si finisce di votare sui 7 articoli e si arriva al sì finale: 265 favorevoli, 51 contrari e 63 astenuti.

Domani la Commissione Ue decide sulla multa da 53 milioni di euro che pesa sull'Italia e un ritardo proprio non potevamo permettercelo. «La legge - ricorda il relatore Pd Danilo Leva - sana un vulnus nel nostro ordinamento, peraltro oggetto di una procedura d'infrazione della Corte Europea». Il governo Renzi ha mobilitato il Pd e gli alleati per non consentire di sfumare anche solo una virgola. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando annuncia «un passaggio storico: la giustizia sarà meno ingiusta». Per il vice Enrico Costa (Ncd) è anche «il successo dopo tante battaglie del centrodestra». E' lui a dare parere negativo, a nome dell'esecutivo, a tutti i 40 emendamenti, per «mantenere l'equilibrio del testo uscito dal Senato» il 20 novembre, con 150 sì, 51 no e 26 astenuti. Era a favore anche il M5S, che invece annuncia alla Camera il voto contro «una legge intimidatoria». Contro è anche la Lega. Forza Italia, che voleva un testo più severo, si astiene. C'è però una larga maggioranza che ha voluto l'ultimo sì alla legge. Anche se già si parla di una specie di tagliando da fare. «Un monitoraggio per verificare il funzionamento», dice la presidente Pd della Commissione Giustizia, Donatella Ferranti.

Anche fuori dal Palazzo, non si preparano grandi sorprese. All'Anm le correnti di sinistra insieme ad Unicost domenica hanno fatto sfumare la minaccia di sciopero ma ieri in tarda serata hanno emesso un comunicato durissimo: «la politica ha approvato una legge contro i magistrati».

Nel pomeriggio il governo, attraverso Orlando, aveva invitato le toghe a non fare troppe storie e pesava la lezione del taglio delle ferie, quando le proteste sono apparse quelle di una casta di privilegiati. Proprio questo timore è prevalso alla riunione dell'Anm. Il gioco, però, non sembra finito perché la corrente moderata Magistratura indipendente insiste per la protesta estrema e raccoglie firme per ottenere un'assemblea straordinaria del sindacato e far parlare la base, vista «l'assoluta inadeguatezza delle decisioni assunte» dal direttivo. Le toghe di sinistra di Area, invece, lanciano un appello a rimanere uniti, partecipando alla mobilitazione indetta dall'Anm.

L' associazione ha chiesto un incontro al presidente della Repubblica.

E, dopo il discorso di Sergio Mattarella alla scuola della magistratura di Firenze sull'esigenza di «legalità» degli italiani e sulla necessità di «fare buone riforme», accompagnata dal richiamo ai pm a non lasciarsi andare ad eccessi di «protagonismo» così come a resistere alla tentazione di tirare i remi in barca, di cedere «all'assuefazione» del ruolo e limitare il loro ufficio a mera «burocrazia», il presidente Rodolfo Sabelli assicura: «Non vogliamo sottrarci alla responsabilità, ma occorre una disciplina che salvaguardi i principi di imparzialità e indipendenza».

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