Leggi il settimanale

Torino, la nuova Val di Susa. Catapulte contro gli agenti

Anarchici in piazza il 31: il piano con armi usate negli scontri No Tav. La Procura si muove: primi tre indagati per la guerriglia di sabato

Torino, la nuova Val di Susa. Catapulte contro gli agenti
00:00 00:00

Il quartiere Vanchiglia è blindato da quasi una settimana, da quando lo scorso giovedì gli agenti sono arrivati in Corso Regina Margherita 47 per effettuare una perquisizione nello stabile occupato da Askatasuna, che si è poi evoluta nel sequestro per la presenza di soggetti nella parte inagibile dell'edificio. Sono 500, a turno, gli agenti che presidiano la palazzina di proprietà del Comune per evitare che gli antagonisti possano riprenderne possesso. E si andrà avanti così, almeno fino a gennaio, e la tensione è altissima. Là fuori ci sono donne e uomini dello Stato che a Natale saranno lontani dalle loro famiglie per mantenere la legalità ripristinata dopo 29 anni di occupazione abusiva.

Ma il peggio deve probabilmente ancora arrivare e lo si percepisce nella tensione che attraversa il quartiere e si legge nei volti degli agenti, perché il 31 dicembre gli antagonisti hanno minacciato una nuova manifestazione, forse una "street parade", per "inaugurare un nuovo anno di lotta". E l'ultimo giorno dell'anno non è come gli altri per chi deve organizzare la sicurezza della città in una metropoli come Torino, tanto più se incombe la minaccia di nuove violenze per le strade. "Vanchiglia è la nuova Val di Susa", ripetono gli antagonisti a gran voce e questo è forse l'aspetto più critico di tutta la vicenda, perché la valle è il territorio di guerriglia dei No Tav, molti dei quali arrivano proprio da Askatasuna e conoscono il metodo. Attorno alla palazzina sono state sistemate già da giorni le reti di protezione, gli alari antisfondamento che vengono usati anche in Val di Susa e che sono utili a prevenire un possibile assalto di massa. Fonti qualificate hanno riferito a il Giornale che non si può escludere l'utilizzo anche in Vanchiglia delle "catapulte" impiegate dai No Tav per assaltare i cantieri dell'alta velocità in valle. Si tratta di leve, spesso rudimentali ma funzionali all'uso, che permettono di superare gli sbarramenti e di raggiungere gli agenti schierati a cordone. In uno degli ultimi attacchi ai cantieri di Chiomonte, grazie a questo sistema, gli antagonisti sono riusciti a lanciare massi dal peso di 5 Kg contro gli agenti, ferendo al volto un funzionario: sabato, per esempio, si sono visti lanciarazzi artigianali.

Realisticamente, la città non è la valle, non ci sono boschi e anfratti in cui nascondersi la notte, non ci sono supporti validi per "catapulte", e questo va ovviamente a vantaggio degli agenti, che hanno il pieno controllo dell'area. Ma anche se a Torino non è facile trovare massi che non siano sanpietrini, ci sono le bombe carta, che a Bologna sono state potenziate con chiodi. Il pericolo che la guerriglia No Tav arrivi in Vanchiglia è concreto, come paventato anche da uno dei leader storici delle lotte in Val di Susa, Giorgio Rossetto, e questo pone seri interrogativi per la sicurezza di Torino il 31 dicembre, quando è in programma un concerto all'Arena InAlpi, dove è previsto il raduno di migliaia di persone per aspettare la mezzanotte del 2026. È forse questa la sfida più grande, tra antagonisti per le strade in cerca di scontri, ubriachi e maranza annoiati pronti a cogliere un'occasione per svoltare la serata.

Per questo a Torino potrebbero arrivare ulteriori rinforzi per garantire un controllo ancora più capillare nel territorio, sempre tenendo ferma la necessità di non smobilitare il presidio attorno alla palazzina di Askatasuna. Stando a quanto apprende il Giornale da fonti qualificate, si stanno predisponendo i servizi per arginare e bloccare eventuali tentativi di violenza ma, intanto, Torino vive una situazione inedita di calma apparente.

Le luci dell'Askatasuna sono spente da giorni, gli antagonisti non hanno un rifugio e gli agenti che lo presidiano vivono sul chi va là, attenti a ogni minimo rumore, pronti all'intervento. Intanto ci sono i primi tre indagati per gli scontri di sabato scorso.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica