Ogni estate ha il suo tormentone e quello del 2017, più ancora di Rovazzi e dei fenicotteri rosa gonfiabili, è il fascismo. A sinistra lo vedono ovunque, anche se tra stupri di maghrebini, sbarchi di migranti, rischio di attentati islamici e occupazioni illegali con annesso racket dei letti abusivi, non parrebbe la maggiore emergenza nazionale. E invece sì. Ma per prevenire una nuova marcia su Roma in camicia nera, stavolta ci si sta attrezzando per tempo. I partigiani sono in azione e hanno già liberato Trezzano sul Naviglio, amena cittadina dell'hinterland milanese che rischiava di essere occupata da un esponente di «una formazione dichiaratamente neofascista, una figura profondamente divisiva sui temi dell'accoglienza e della solidarietà», che poi sarebbe Povia, un cantante (quello di I bambini fanno ooh...) colpevole di non essere di sinistra come il 99% dei colleghi, tacciato di neofascismo dall'Anpi che è riuscita a far annullare il suo concerto a Trezzano - il sindaco è del Pd - in quanto pericolo pubblico («La libertà e la democrazia hanno perso mentre la mafia e la dittatura hanno vinto» si lamenta lui).
Ma la resistenza procede bene anche in Toscana. Per quattro militanti di Forza Nuova andati a «vigilare» la messa di don Biancalani, il prete che porta in piscina gli immigrati africani, si è gridato al fascismo ormai alle porte. Il governatore toscano Enrico Rossi, troppo a sinistra per stare nel Pd tanto che è passato a Mdp, non si è lasciato sfuggire l'occasione e ha preso al volo il tormentone estivo. Ecco dunque che la Regione Toscana, come informa solerte il bollettino regionale, si è subito dotata su idea di Rossi di un «Osservatorio sui nuovi fascismi», spiegando che l'Agenzia di Informazione della Giunta regionale sarà incaricata di «monitorare i media e il web e raccogliere le segnalazioni dai cittadini, che saranno poi girate all'avvocatura della Regione per eventuali esposti. In Italia ci sono delle leggi in materia, la legge Scelba e la legge Mancino, e vanno fatte rispettare» ha spiegato il governatore toscano. Tanto più che è di Carrara il professore che ha sventolato la bandiera della Repubblica di Salò dopo essersi inerpicato sulle Alpi Apuane, altro scandalo estivo sul filone «all'armi son fascisti».
Del resto, era bastato un bagnino di Chioggia per allertare la coscienza democratica della nazione sul rischio di un nuovo regime mussoliniano. Il bagnino, grazie all'intervento di Repubblica, è stato rapidamente messo in condizione di non nuocere e indagato per apologia di fascismo. Ma il pericolo è così incombente che il Comune di Pisa, dopo 93 anni, si è sentito in dovere di revocare la cittadinanza onoraria concessa a Benito Mussolini il 23 maggio 1924. Non si sa mai. L'amministrazione comunale di Tremezzina, sul lago di Como, ha invece deciso di intitolare ai partigiani uno spiazzo vicino al luogo dove Mussolini nel 1945, in frazione Giulino di Mezzegra, fu fucilato dai partigiani, appunto: si chiamerà «Largo Partigiani Tremezzini». Un'estate infiammata dal neofascismo, tanto che è stata incendiata la scritta «Dux» realizzata nel 1939 sul monte Giano. È chiaro, serve una nuova legge.
Il deputato Pd Emanuele Fiano ne ha proposta una: due anni di galera ha chi commette il «reato di propaganda del regime fascista e nazifascista», mentre Laura Boldrini è in ansia perché «ci sono persone a disagio quando passano sotto i monumenti fascisti». I tormentoni danno facilmente alla testa.
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