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Torna Berlusconi: a Roma dopo 8 mesi per ridare slancio alla coalizione

Presto un vertice tra alleati. Meloni nega: "Non ho chiesto loro di lasciare Draghi"

Torna Berlusconi: a Roma dopo 8 mesi per ridare slancio alla coalizione

Di nuovo a Roma. Dopo quasi nove mesi. L'ultima volta nella capitale fu in occasione delle consultazioni per il dopo Conte bis. Il leader azzurro aveva prima varcato il portone del Quirinale e due giorni dopo quello di Palazzo Chigi per un breve incontro con il nuovo premier Mario Draghi. L'uomo che proprio Berlusconi per primo aveva indicato come miglior soluzione per uscire dall'impasse creata dalla caduta del governo giallorosso in piena pandemia e con una crisi economica dalle proporzioni drammatiche.

Col tempo la fiducia e la stima nei confronti del presidente del Consiglio è, se possibile, anche aumentata. Dal momento che la sintonia sui provvedimenti e sullo spirito dell'azione di governo è risultata profonda. L'ultimo esempio è dato proprio dall'istituzione dell'obbligatorietà del green pass. Berlusconi, proprio come Draghi, vede in questo strumento un concreto aiuto alla libertà di impresa, di lavoro e di movimento. Tutto il contrario di quanti lamentano una sorta di dittatura sanitaria ai danni dei lavoratori.

Berlusconi è arrivato in serata a Villa Grande (conosciuta anche come Villa Zeffirelli per essere stata per tanti anni residenza del regista), che da tempo ha sostituito Palazzo Grazioli come sua residenza romana. Il ritorno a Roma è dovuto principalmente alla necessità di un confronto approfondito con gli alleati di coalizione. Sia quelli dentro al governo che Fratelli d'Italia. Le elezioni hanno dimostrato la fragilità di alcune candidature prese dalla società civile ma soprattutto - spiegano in Forza Italia - la necessità di calibrare il baricentro della coalizione in favore lontano dalle forzature prodotte in campagna elettorale dai partiti più marcatamente sovranisti.

Già lunedì pomeriggio, a risultati elettorali ormai evidenti, Meloni, Berlusconi e Salvini si sono scambiati alcune telefonate. E insieme hanno condiviso la necessità di una vertice. Che potrebbe arrivare già oggi in giornata. Il campo va infatti sgombrato da alcune pesanti voci sulla tenuta della coalizione. Se da un lato la Meloni ha smentito di aver chiesto all'alleato leghista di uscire dal governo, dall'altro è vero che lo stesso Berlusconi non riconosce al centrodestra o a Forza Italia altro destino se non quello della coalizione di cui con Fratelli d'Italia e Lega il partito del Cavaliere costituisce l'asse portante. E soprattutto nega che abbia un qualche fondamento l'idea di un raggruppamento di moderati in cui entrino anche formazioni come Italia viva e Azione (Calenda). «Non ci interessano avventure di questo tipo» taglia corto con i suoi.

Questo non vuol dire, però, che non ci sia spazio per una dialettica interna e per differenti modi di relazionarsi con l'elettorato. E lo stesso Berlusconi vede nel risultato di questo turno elettorale alcuni segnali incoraggianti, dal momento che proprio due candidati di Forza Italia, sono comunque riusciti a vincere (Dipiazza a Trieste e Occhiuto in Calabria). «Paga la nostra linea - spiega il leader azzurro ai più stretti collaboratori all'indomani del voto -. Seria e concreta. Sensibile agli interessi più autentici dei cittadini: la salute, i vaccini, le tasse che devono scendere».

E non è un caso che nel giorno in cui gli alleati di governo criticano il ministro dell'Interno sulla gestione dell'ordine pubblico in occasione delle recenti manifestazioni «no green pass», gli azzurri tornano a battere i temi economici.

A margine di una riunione dei vertici del partito con i ministri azzurri del governo Draghi, il coordinatore nazionale Antonio Tajani ieri ha ricordato che le priorità per il Paese in questo momento, al netto dell'emergenza sanitaria, sono il taglio delle tasse per almeno 10 miliardi di euro e una ridefinizione del Reddito di cittadinanza.

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