Che cosa è accaduto davvero nei cieli di Ascoli martedì pomeriggio? Se lo domandano gli inquirenti, ma anche la gente comune.
Col trascorrere delle ore l'ipotesi di un errore umano sta diventando sempre più credibile, almeno quanto la possibilità che sia stato un Tornado a colpire l'altro, non certo per avaria delle apparecchiature. Molti testimoni riferiscono di aver visto volare i due jet molti bassi prima dello scontro in volo, e di aver fatto parecchie telefonate alle autorità negli attimi precedenti all'esplosione, avvertita fino a San Benedetto del Tronto. La zona sorvolata faceva parte di una rotta da percorrere per arrivare al luogo dell'addestramento in vista di una esercitazione Nato in programma in autunno. Ma su quella «strada» i due velivoli hanno avuto un impatto perché si trovavano in posizione perpendicolare tra loro. Lo si evince con una certa chiarezza dal filmato di un video-amatore acquisito dall'Aeronautica, che ora ricostruirà la possibile traiettoria dei due jet.
La Procura di Ascoli Piceno, che indaga in parallelo con la Procura militare di Verona, per disastro aereo e omicidio colposo, sta quindi vagliando anche l'ipotesi che all'origine dell'incidente di martedì pomeriggio tra i due Tornado ci sia stato un errore umano. Lo sostengono fonti investigative, che sottolineano, comunque, come tutte le piste per accertare le cause e la dinamica dell'episodio siano ancora aperte. I magistrati di Ascoli hanno chiesto i tracciati radar e i piani di volo dei due jet poi precipitati nell'entroterra piceno, oltre che disposto il compimento dei test del dna sui resti umani dei piloti finora rinvenuti. Intanto è stata ritrovata la prima delle due scatole nere dei jet nella zona collinare tra Tronzano e Casamurana. A recuperarla il soccorso alpino, uno dei corpi impegnati nelle ricerche dei due piloti che mancano all'appello. La scatola nera non sarebbe integra e dovrà essere sottoposta ad accertamenti tecnici.
Proseguono, con 150 uomini sul campo, le ricerche dei due piloti che mancano all'appello. Le operazioni si stanno svolgendo su un'area boschiva montana vasta 46 ettari, molto impervia e difficile da controllare. Mercoledì nella zona tra Poggio Anzu, Casamurana e Tronzano, tra i Comuni di Ascoli e Venarotta, erano stati rinvenuti, a 800 metri di distanza tra di loro, i corpi carbonizzati degli altri due aviatori che hanno perso la vita nello scontro in volo tra i due Tornado, poi precipitati a terra. Nel pomeriggio sembrava che un terzo cadavere fosse stato scoperto in un terreno privato in località Casacagnano, nel Comune di Roccafluvione, sul versante opposto dell'area principale delle ricerche, ma la notizia non è stata confermata.
«Noi li cerchiamo ancora come se fossero vivi», dicono i vigili del fuoco di Ascoli, riferendosi al pilota e al navigatore che mancano all'appello. Ma le speranze di trovarli in vita sono ridotte al lumicino.Intanto l'incendio che era scoppiato martedì pomeriggio subito dopo la caduta a terra dei frammenti dei due aerei è stato completamente spento.
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