La Toscana renziana perde 11 sindaci in 2 anni

Dal 2014 le roccaforti del Pd hanno iniziato a sbriciolarsi sotto i colpi del cambiamento

La Toscana renziana perde 11 sindaci in 2 anni

Firenze - Il Pd, nella rossa Toscana dove tutto sembrava intoccabile, dal 2014 (quando Matteo Renzi è salito a Palazzo Chigi) fino a 48 ore fa, ha perso nell'ordine: Livorno, Fiesole, Viareggio, Arezzo, Orbetello, Anghiari, Grosseto, Cascina, Montevarchi, Sansepolcro e Sesto Fiorentino. Undici comuni. Ci voleva il «ragazzotto» di Rignano per far cadere roccaforti che sembravano inespugnabili. Ma la cosa paradossale è che il gruppo dirigente renziano, proprio nella regione di Renzi, non si sia ancora posto il problema di ciò che sia successo. Ovvero il fatto che vivere sulla rendita della rottamazione sia già un vecchio ricordo e sul perché questa rendita si sia già esaurita.

Il primo a cadere (nelle grinfie grilline) è stato Livorno, nel 2014, con l'ingegnere aerospaziale Filippo Nogarin, che strappò la città che diede i natali al Partito Comunista d'Italia, al secolare predominio della sinistra. Nella stessa tornata toccò a Fiesole, sulle colline fiorentine, dove l'amazzone Anna Ravoni, arcistufa della gestione del sindaco Pd, Fabio Incatasciato e di una politica da stanze chiuse, sentendosi boicottata dai «metodi mafiosi di chi mi riteneva un traditore», sbatté la porta in faccia al Pd e fondò una lista civica, stravincendo. L'anno successivo toccò a Viareggio con Giorgio Del Ghingaro, che in una sfida tutta di sinistra mise ko il candidato Pd. In quella stessa tornata la sconfitta più pesante per Renzi fu quella di Arezzo, la città della sua Maria Elena, dove l'azzurro Alessandro Ghinelli sorpassò di 600 voti il prediletto dalla ministra Boschi, Matteo Bracciali. Il 5 giugno di quest'anno cade Orbetello (Gr), con Andrea Casamenti che supera il sindaco uscente del Pd, Monica Paffetti. Era dal 2011 con Altero Matteoli che il Comune era in mano alla sinistra. Lo stesso giorno ad Anghiari (cinquemila abitanti in provincia di Arezzo) Alessandro Polcri strappa il Comune al Pd per 9 voti. E domenica è iniziato l'altro balletto: cinque ballottaggi su sei sono stati persi dal Partito democratico. Antonfrancesco Vivarelli Colonna, detto «Rambo», scardina Grosseto (prima di lui il miracolo era riuscito solo ad Alessandro Antichi nel 1997); Susanna Ceccardi, primo sindaco leghista della Toscana, vince a Cascina (Pi), comune rosso da 70 anni; lo stesso a Montevarchi (Ar), vicino a Laterina, dove Silvia Chiassai del centrodestra porta a casa un risultato storico; a Sansepolcro (Ar) altra sconfitta per il Pd: Mauro Cornioli, alla guida di liste civiche, batte la sindaca uscente Pd. A Sesto Fiorentino, detta Sestograd, la sconfitta più bruciante: Lorenzo Falchi (Sinistra Italiana) batte nettamente il candidato Pd. È il trionfo della sinistra anti-Renzi proprio nella città in cui il premier aveva chiuso la campagna elettorale due settimane fa e che nel 2014 aveva eletto sindaco una delle Renzi's girls, Sara Biagiotti, poi sfiduciata in consiglio comunale grazie ai voti di 8 consiglieri del Pd (espulsi e ora al fianco del neo sindaco).

Nel Pd toscano è partita la notte dei lunghi coltelli tra le esternazioni del governatore Enrico Rossi, che si candida alla segreteria nazionale e quelle di una consigliera comunale di Firenze che chiede la testa del segretario regionale del

Pd, Dario Parrini (in una nota delirante definisce la sconfitta «una scossa salutare»), pupillo della Boschi, deputato dal 2013, che da Vinci si è ritrovato alla Camera. Oggi Renzi raccoglie quel che ha seminato per anni.

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