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Toti avverte Salvini: "Da solo non governa". E poi bacchetta Fitto

Domani convocato il Comitato di Presidenza di Forza Italia. Toti: "Bene Salvini, ma da solo non governa". Poi a Fitto: "Punta il dito, ma è dirigente Fi da anni"

Toti avverte Salvini:  "Da solo non governa". E poi bacchetta Fitto

All'indomani delle elezioni regionali, anche Forza Italia si interroga sui risultati. "Mi sembra una valutazione francamente un po' azzardata che in Emilia Romagna si siano astenuti soprattutto i nostri. Certamente nessuno minimizza, anche se in Calabria il risultato è in linea, siamo sopra al 20% , lì poi c’è un problema di alleanze, io sto ancora lavorando per mettere insieme tutte le anime del centrodestra e queste elezioni dimostrano che il centrodestra deve stare insieme", ha commentato al Tgcom24 il consigliere politico di Forza Italia, Giovanni Toti. Che poi ha aggiunto: "Forza Italia da sola oggi non ha il consenso per tornare a governare il paese, così come non ce l’ha la Lega da sola o Ncd da solo. E allora serve un progetto insieme o si può fare la risulta ma senza andare da nessuna parte. A Salvini vanno i complimenti, ha saputo intercettare i bisogni e le paure della gente, ma poi vanno date anche delle risposte e io non credo che la Lega da sola può farlo. Non è un derby all’interno del centrodestra".

Toti contro Fitto

Toti ha poi bacchettato Raffaele Fitto: "Non si tratta di fare processi, Fitto solleva questioni legittime ma cosa intende per autoreferenzialità visto che quelle che oggi accusano sono tutte persone che hanno fatto anche i ministri. Poi ci interrogheremo negli organi interni al partito, ma non si tratta di puntare il dito, soprattutto da parte di chi è dirigente del partito da anni, non c’è autoreferenzialità in Forza Italia. Chi punta il dito è lì da molto tempo, ognuno si assuma la sua fetta di responsabilità e tutti insieme cerchiamo la strada per risolvere i problemi".

Fitto e Bianconi critici con la dirigenza

L'eurodeputato, sul suo blog, aveva infatti criticato i risultati elettorali e la gestione del partito. "Mi auguro che nessuno si azzardi a minimizzare o a cercare alibi per il nostro drammatico risultato in Calabria e in Emilia Romagna, regione in cui siamo stati addirittura doppiati dalla Lega. E sarà bene ricordare passo dopo passo tempi e modalità delle scelte che sono state compiute (con clamorosi errori) per definire le candidature e le alleanze. Non abbiamo il diritto di nasconderci dietro l’astensione, che colpisce soprattutto noi, aggravando la tendenza già manifestatasi alle Europee", ha tuonato Fitto. Che poi ha aggiunto: "Dalle Europee a oggi abbiamo perso 6 mesi. Che dovevano servire (come proposto da tanti di noi) sia per un serio rilancio sui contenuti, sia per un rinnovamento interno guidato dal coinvolgimento dei cittadini e dal superamento del metodo antistorico delle nomine e delle cooptazioni. A questo punto, mi pare il minimo azzerare tutte le nomine, per dare il via a una fase di vero rinnovamento. Non ha senso, è perfino incomprensibile, la mortificazione umana e politica degli attuali deputati e senatori: da giorni tutti gli organi di informazione, senza alcuna smentita, accreditano la tesi della disistima da parte del presidente Berlusconi per i suoi parlamentari".

Gli ha fatto eco Maurizio Bianconi: "Chi ha la poltrona e dice ad altri di esservi particolarmente attaccato, è come chi non vede la trave nel proprio occhio e continua ad insistere a segnalare il fuscello nell’occhio altrui. Questa volta, però, per colpa di errori e di viltà, la trave l’abbiamo presi tutti nella testa. I dati elettorali parlano chiaro: non solo la Lega ha sorpassato Forza Italia in Emilia Romagna, l’ha più che duplicata. Toti e compagnia farebbero bene a dimettersi e a scegliere o di essere parte di un rinnovamento vero e democratico (non a colpi di casting ed effetti speciali), oppure ad avere il coraggio di costruire qualcos’altro altrove. Fitto ha ragione: le nomine vanno azzerate e si deve ripartire dagli iscritti e militanti".

Gelmini: "No a divisione in Forza Italia"

A smorzare i toni ci ha pensato Maria Stella Gelmini: "Il risultato di queste elezioni è negativo e nessuno è così stupido da minimizzarlo. Ma proprio per questo non ha senso mettere in discussione la stima e la considerazione del presidente Berlusconi per i parlamentari e nemmeno dare letture negative del suo incontro di sabato con i giovani di Forza Italia. Ciò che serve adesso sono forti dosi di democrazia, merito, militanza e su questo ciascuno ha responsabilità e deve essere pronto, se serve, a fare un passo indietro. Il tema di come selezionare una nuova classe dirigente è centrale e la nuova legge elettorale ci metterà di fronte a nuove sfide. In un momento così delicato non bisogna guardare l’ombelico ma pensare agli Italiani. Forza Italia deve cambiare passo, enfatizzando la sua vocazione liberale e anti-tasse. Dobbiamo impegnarci in modo straordinario se non vogliamo annacquare la nostra identità nel calderone dei populismi, dobbiamo recuperare lo spirito liberale delle origini e irrobustirlo con una grande e convinta battaglia contro lo Stato vessatore e sprecone. Dividerci non ha senso: evitiamo di beccarci tra noi come i polli di Renzo e di fare i sindacalisti di pezzi di classe dirigente. Così non andiamo lontano. O combattiamo tutti insieme oppure non avremo un gran futuro. Per il resto l’astensione soprattutto in Emilia Romagna è uno schiaffo per Renzi, significa che è stato sfiduciato da un elettore su due. Salvini ha avuto un buon risultato ma adesso non può metterlo nel freezer, se vuole farlo fruttare deve utilizzarlo per allargare ai moderati e contribuire a rifare con noi un polo di centrodestra".

Intanto domani, 25 novembre, alle ore 15.00, presso il Parlamentino di Palazzo Grazioli, è convocato il Comitato di Presidenza di

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