Politica

Toti battezza gli arancioni: Romani aderisce

Il governatore ligure registra «Cambiamo». Con lui anche Quagliariello e Napoli

Toti battezza gli arancioni: Romani aderisce

Roma Dopo i tanti stop and go di questi mesi, Giovanni Toti esce dall'incertezza e compie il primo, vero atto formale della sua nuova vita politica. Il governatore ligure, dopo lo strappo con Forza Italia, viene a Roma e indossando una cravatta rigorosamente arancione - colore da lui scelto per le sue iniziative civiche - registra il comitato promotore di «Cambiamo», «il nostro movimento per cambiare il centrodestra, la politica e il Paese».

«Chi ha aderito così come chi aderirà ai circoli lo farà senza ruolo, gradi né mostrine del passato, ma da semplice militante. Il vero inizio della nostra avventura sarà a settembre, quando con il nostro tour presenteremo il nuovo movimento in tutte le Regioni d'Italia e nasceranno i vari circoli». La prima tappa sarà quella del 2 settembre a Matera, capitale Europea della Cultura 2019.

In queste ore sono arrivate le adesioni di Gaetano Guagliariello, Paolo Romani e Manuela Gagliardi, tutti parlamentari di Forza Italia e di Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia. Presenti anche Massimo Berruti e Luigi Vitali. Ci sono naturalmente i fedelissimi liguri, gli assessori Giacomo Giampedrone, Ilaria Cavo e Marco Scajola. Tra coloro che credono nel progetto «arancione» anche Osvaldo Napoli, del direttivo azzurro alla Camera: «Ho aderito al movimento di Giovanni Toti, movimento - preciso - e non partito, con l'unico obiettivo di cambiare Forza Italia e non certo per abbandonarla». Laura Ravetto, invece, ha fatto sapere di non avere aderito al Comitato. Il problema sarà verificare la compatibilità di questa avventura con l'appartenenza a Forza Italia. Romani, ad esempio, come Napoli, fa sapere di non voler lasciare il partito di Piazza San Lorenzo in Lucina. «Non faremo subito un partito» dice a Repubblica. «Vogliamo tentare un ultimo tentativo per cambiare dall'interno Forza Italia, che io non lascio - giura l'ex capogruppo azzurro al Senato -.

Chiediamo a Berlusconi di farsi, da monarca assoluta, monarca costituzionale, e di concederci lo Statuto albertino».

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