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Traballa il piano Figliuolo. Maggio e giugno decisivi

Il commissario: "In tre mesi 45 milioni di dosi". Ma tra stop, ritardi e psicosi i numeri rischiano

Traballa il piano Figliuolo. Maggio e giugno decisivi

La tela di Penelope. Il piano vaccinale si fa e si disfa in continuazione. Ritardi nelle consegne, regioni senza fiale o con troppe fiale che non sanno a chi dare (la Sicilia dopo la Basilicata ha lanciato l'open day), autorità sanitarie che bloccano questo o quel siero, i dubbi dei cittadini che si trasformano in psicosi e quindi in appuntamenti saltati. Ed ecco che la road map tracciata dal commissario governativo Francesco Paolo Figliuolo diventa sempre più impervia, l'obiettivo del mezzo milione di somministrazioni al giorno un miraggio.

Ieri la novità dello stop temporaneo al vaccino Johnson&Johnson che nemmeno è arrivato e già è finito nei capienti frigoriferi di Pratica di Mare. Le dosi J&J per ora non sono molte, appena 184mila, ma valgono doppio, considerato che si tratta del primo vaccino monodose a sbarcare in Italia.

I conti al ministero della Salute e sui computer del commissariato a Palazzo Chigi si rifanno in continuazione. Figliuolo ha parlato di 15 milioni di dosi al mese disponibili fino a giugno per un totale di 45 milioni di dosi. Vediamo se è un piano fattibile o solo uno slogan e che cosa potrebbe accadere.

Partiamo dalla situazione attuale. Alle 17 di ieri risultavano inoculate 13.377.145 dosi di vaccini per il momento tutti bidose. Risultano totalmente immunizzati in 4.018.236, il che vuol dire che 5.340.673 cittadini sono in attesa della seconda dose. Il totale di dosi finora consegnate alle 21 tra regioni e province autonome sono 15.575.830, quindi ci sono 2.198.685 dosi ancora inutilizzate. Attualmente risultano somministrate 4.680.009 dosi agli over 80, che in Italia sono 4.419.703 e abbisognano quindi di 8.839.406 dosi. Ne mancano quindi per concludere la fascia di età più avanzata 4.159.397. Va però considerato che ci sono anche 596.201 dosi inoculate a ospiti delle Rsa, dei quali la gran parte «over 80», quindi possiamo ragionevolmente pensare che per «chiudere» la pratica dei più anziani serviranno 3,6 o 3,7 milioni di dosi. Se è vero che entro aprile, come promesso da Figliuolo, potremo contare su altri 8 milioni di dosi e che comunque la settimana tra i 15 e il 22 aprile ne entreranno 4,2 milioni (3 milioni Pfizer BioNTech, il resto Moderna, Vaxzevria e J&J, sperando che arrivi nel frattempo lo sblocco). A quel punto entro fine mese, senza nemmeno correre troppo ma con 300mila siringhe al giorno, si dovrebbe tranquillamente esaurire i più anziani e quel che resta delle categorie prioritarie (operatori sanitari, scolastici, forze armate e i misteriosi e contestati «altri») e iniziare a intaccare anche la categoria degli over 70.

A quel punto avremo circa 20 milioni di dosi inoculate e circa 8 milioni di persone interamente immunizzate. Ma la parttita vera si gioca tra maggioe giugno. Se davvero in quei due mesi si potrà contare su altri 30 milioni di dosi (comunque meno di quanto prevedeva il piano vaccinale, che entro la fine del secondo trimestre 2021 parlava di 68,63 milioni distribuite) e si sarà proceduto per fasce d'età partendo dalle più anziane a scalare (linea contestata da molti governatori tra i quali Vincenzo De Luca), al giro di boa dell'anno dovrebbero essere stati trattati tutti gli over 60 (alcuni con una sola dose) e iniziata la classe dei cinquantenni. Un buon risultato. Per raggiungere il quale però bisogna che le dosi arrivino davvero, arrivino con regolarità e ben scaglionate e che soprattutto le regioni (tutte le regioni) si attrezzino per raggiungere la velocità di crociera sognata da Figliuolo. Altrimenti a fine giugno ci ritroveremo con un piano vaccinale da ritoccare ancora al ribasso.

E ci saremo giocati l'estate.

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