Il disastro aereo continua a essere «inspiegabile». I vertici della Lufthansa continuano a ripetere che le cause dello schianto dell'Airbus A320 contro il massicio dei Tre Vescovi, nell'Alta Provenza, sono ancora da scoprire. Carsten Spohr, numero uno della compagnia tedesca che controlla la low cost Germanwings, ha ribadito ieri che il velivolo «non aveva problemi tecnici, era in perfette condizioni e il pilota era esperto e addestrato».
Ma allora come si spiega la dinamica dell'incidente? Dopo il decollo, l'aereo ha sorvolato il mare prendendo quota fino a salire a circa 30mila piedi (9mila metri) alle 10.17, poi a 38mila alle 10.27 al largo della costa meridionale della Francia, con una velocità regolare di 470 nodi. Alle 10.31 l'ultimo contatto radio con la torre di controllo: ai piloti è stato chiesto di mantenere quella quota e di collegarsi di nuovo in un secondo momento. Dalla cabina è arrivato l'ok di conferma. Ma alle 10.32 l'Airbus ha cominciato a scendere senza autorizzazione e, secondo il ministro dei Trasporti francese Segolene Royal, i piloti non hanno più risposto ai controllori di volo. Alla 10.41 l'aereo è sparito dai radar e ha iniziato una planata di otto lunghi minuti che lo hanno portato a schiantarsi tra le montagne.
Che cosa è successo a bordo? E qui le spiegazioni sono molteplici. Il consulente aeronautico Bernard Chabbert ipotizza l'esplosione di batterie al litio nella cabina di pilotaggio: «L'aereo non è precipitato ma sceso a un ritmo normale - ha detto - e sembra indicare che non vi fosse più nessuno cosciente». Negli ultimi dieci anni ci sono stati 170 casi di esplosioni batterie al litio di smartphone e pc portatili sui voli di linea. «Due cargo 747 si sono schiantati con l'equipaggio quando hanno preso fuoco le pile, che emettono vapori tossici, uccidendo in pochi secondi», ha raccontato Chabbert. Possibile, diciamo noi, ma non spiega la mancata reazione del resto dell'equipaggio dell'Airbus che non era in cabina di pilotaggio.
Un'altra ipotesi è il guasto dell'impianto di pressurizzazione. Anche in questo caso, se non avesse funzionato neppure l'allarme interno, l'equipaggio avrebbe potuto perdere conoscenza in poco tempo per la mancanza di ossigeno. Com'era già accaduto il 14 agosto 2005, al volo Helios Airways 522, decollato da Cipro e poi precipitato a 40 chilometri da Atene. In quel caso, il problema era la sbagliata impostazione della valvola di pressurizzazione in cabina di pilotaggio. Ma l'allarme dall'aereo era comunque partito. Il comandante aveva poi perduto i sensi e il velivolo aveva proseguito col pilota automatico fino a esaurire il carburante. Inutile il tentativo di un assistente di volo di recuperare il controllo dell'aereo. Nello schianto sono morte 121 persone.
Comunque, le due scatole nere dell'Airbus sono state recuperate. La prima, che contiene le registrazioni delle conversazioni in cabina, è già arrivata a Parigi dove sono iniziate le analisi degli esperti. Dai colloqui e dai rumori si potrà comprendere che cosa è accaduto a bordo del volo 4U9525. La seconda scatola, con i parametri di volo, è invece gravemente danneggiata.
In attesa di conoscere il responso delle scatole nere, si fa largo un'ultima e drammatica ipotesi, che né Germania né Stati Uniti vogliono ancora prendere in considerazione: l'azione terroristica. Martedì, la Casa Bianca era intervenuta per affermare che il disastro non ha nessi con il terrorismo e, ieri, a ribadire il concetto è stato il governo tedesco. «Non c'è nessun elemento concreto che terze parti siano coinvolte nelle cause dello schianto». Ma allora che cosa è accaduto? Il governo francese è molto meno categorico e continua a ripetere che «non si può scartare alcuna ipotesi».
E gli esperti francesi, sia ex piloti sia consulenti aeronautici, ora non escludono una «presenza illecita» a bordo. Questo spiegherebbe non solo l'assenza di contatti radio da parte dei piloti, ma anche il mancato ricorso al codice d'emergenza, che in casi disperati si invia a terra con il transponder.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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