Le trame interne alla Consob e l'ipotesi Calenda al Tesoro

L'attacco a Vegas per discolpare il governo per il crac Etruria e il ruolo di Minenna, assessore M5S in pectore

Le trame interne alla Consob e l'ipotesi Calenda al Tesoro

La guerra fra il presidente della Consob e il capo dell'ufficio Analisi Qualitative della Commissione, Marcello Minenna, va avanti da anni. Ma è tornata di attualità dalla puntata di Report che ha messo sotto accusa Vegas per la presunta abolizione degli scenari probabilistici nei prospetti. Mentre il Giornale ieri riportava l'esposto presentato in procura a Roma da un anonimo per denunciare gli accordi presi nel 2011 da Minenna con soggetti esterni alla Commissione «per condizionarne le decisioni con l'unico fine di perseguire i propri scopi», sul Fatto Quotidiano e su Repubblica si riservava invece ampio spazio alle accuse lanciate da Minenna a Vegas davanti ai pm di Arezzo che indagano sul crac dell'Etruria.

Perché il fuoco si riaccende proprio adesso? Qualcuno sta cavalcando l'onda mediatica per accelerare il ricambio al vertice della Consob? O forse Minenna ha in qualche modo favorito la sua notorietà pre-elettorale, essendo candidato nella giunta di Virginia Raggi, se la grillina diventerà sindaco di Roma? A tirare bordate su Vegas, in realtà, sono stati anche rappresentanti del governo Renzi come il neo ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda che qualche giorno fa aveva parlato di «errori gravi» condividendo gli attacchi gli attacchi di Report, anticipato dal viceministro dell'Economia, Enrico Zanetti, che aveva definito la replica di Vegas agli attacchi, delle «goffe autoassoluzioni». Dalla parte del presidente della Consob si sono invece schierati l'altro viceministro all'Economia, Enrico Morando («così il governo si mette a fare un mestiere che non è suo»), ma soprattutto il capo del Tesoro, Pier Carlo Padoan, ribadendo l'«indipendenza dell'autorità». Ed ecco che, dietro a queste divisioni sul destino di Vegas, spunta un altro scenario suggestivo. Perché secondo fonti autorevoli interpellate dal Giornale, il premier Matteo Renzi starebbe lavorando da settimane a un ribaltone di grande effetto: portare Calenda - con il placet del nuovo vertice di Confindustria - al posto di Padoan, che proprio di recente ha tolto a Enrico Zanetti la delega al sistema bancario e finanziario affidandola al sottosegretario Pier Paolo Baretta. Non solo. Ai piani alti del governo sarebbe tornata in auge anche l'ipotesi di unificare il ministero del Tesoro (il Mef) con quello dello Sviluppo Economico (Mise). Quanto alla popolare dell'Etruria, il sospetto è che la politica stia tentando di autoassolversi scaricando sulla Consob di Vegas tutte le responsabilità del crac. Un po' come era stato fatto con Bankitalia ai tempi dello scandalo giudiziario sul Monte dei Paschi: se coinvolgi l'autorità di vigilanza riduci la responsabilità dei vertici della banca. «A Consob possono essere imputate delle sottovalutazioni ma i dissesti delle banche sono opera dei grovigli locali fra finanza e politica», attacca un'altra fonte. Ricordando anche che fra i dirigenti dello stesso Mise, quando Calenda era viceministro, c'era Claudia Bugno. Nel marzo 2015 era stata nominata dal premier Renzi e dal presidente del Coni Giovanni Malagò per il ruolo di coordinatrice generale per la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024.

Posto lasciato a novembre per volare in Alitalia, dove la manager è ora vice president public affairs. Ma nel suo lungo curriculum la Bugno vanta anche l'aver occupato una poltrona nel cda di Banca Etruria, tra l'altro proprio nel periodo in cui il papà di Maria Elena Boschi era vicepresidente.

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