Sofia FraschiniPiazza Affari resta in trincea e prova a resistere alla forte volatilità dei mercati. Dopo il lunedì nero che ha aperto il 2016 all'insegna delle vendite mandando in fumo 264 miliardi, le piazze mondiali mancano il rimbalzo, ma in alcuni casi, come quello di Milano, riescono a chiudere la seduta in positivo (+1,2 per cento). Ma la guerra dei mercati sembra solo all'inizio e potrebbe logorare non poco gli investitori. «Dal punto di vista tecnico, il Ftse Mib potrebbe scendere nei prossimi giorni in area 20.200, ai minimi registrati ad agosto e settembre 2015» ammonisce Massimilano Malandra di Finanzaoperativa.com. Solo nella giornata di ieri la volatilità è stata padrona. E i listini sono rimasti in balia della Cina e delle tensioni arabe, prima, e dei dati macro, poi. A dare sostegno in prima battuta ai mercati è stato, in mattinata, l'intervento di Pechino, sceso in campo per cercare di tamponare il flusso record di vendite, che lunedì ha fatto precipitare del 7% i listini cinesi. Secondo Bloomberg, i fondi a controllo pubblico sono intervenuti sul mercato acquistando titoli; le autorità hanno poi fatto capire che il divieto di vendite sarà prorogato oltre il fine settimana. Alcune grandi compagnie, poi, si sono dette disponibili, con soci e management, a uno stop volontario alle vendite di titoli. Infine, la Banca centrale ha immesso quasi 20 miliardi di dollari sul mercato attraverso operazioni a breve in pronti contro termine. Interventi che hanno permesso a Shanghai, partita in forte ribasso, di riprendersi e chiudere a -0,26% (Shenzhen -1,3%). Nel pomeriggio, però, le piazze europee sono tornate in negativo a causa dei dati sull'inflazione europea. Nella zona euro i prezzi al consumo sono cresciuti meno delle attese a dicembre (+0,2%), alimentando la pressione sulla Bce per un ulteriore allentamento della politica monetaria. A fine giornata, il conto finale ha visto Parigi (+0,34%), Francoforte (+0,26%%), e Londra (+0,72%) leggermente positive con Piazza Affari tra i migliori (+1,2%): a Milano spiccano Finmeccanica (+3,96%) e Poste Italiane (+3,37%), ma anche Ferrari (+2,11%) e Fca (+2,64%). Restano deboli i bancari con Mps maglia nera (-2,74%). Uno scenario fragile che divide gli analisti. E se c'è chi guarda con pessimismo ai prossimi mesi («la prossima recessione globale è imminente» per William Hobbs, top strategist di Barclays a Londra), c'è chi crede che «anche con la crisi cinese, i mercati occidentali possano crescere. La Borsa Italiana - spiega Angelo Drusiani di Albertini Syz - ha ancora molto da recuperare rispetto al periodo pre crisi e potrebbe approfittarne, ma non prima del primo semestre. Fino ad allora la volatilità sarà padrona e l'incognita legata all'effetto tassi Usa resta elevata».
In linea Malandra secondo cui «c'è da attendersi ancora qualche mese di forte volatilità, ma il 2016 è anche il quarto anno del ciclo presidenziale statunitense, che storicamente ha sempre avuto ottimi risultati dal punto di vista borsistico. Insomma, se gli Usa tengono e gli emergenti non colano a picco, l'Europa rimane un buon investimento».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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