Serenella Bettin
Treviso «State parlando di governo gialloverde, di sinistra e di destra, noi vogliamo che loStato sia distrutto». Questo è uno degli stralci della rivendicazione dell'attentato alla sede della Lega a Treviso. Lo storico quartier generale del Carroccio, infatti, il K3, nella zona industriale tra Villorba e Treviso, è stato preso di mira da alcuni anarchici. Dalle prime informazioni raccolte l'ordigno, una bomba carta, sarebbe esploso alcune notti fa, probabilmente domenica scorsa, ma il botto non sarebbe stato sentito da nessuno e non ci sono feriti. Gli ordigni posizionati erano due e questo ha richiesto gli interventi ieri degli artificieri che hanno provveduto a far brillare il secondo. Ad arrivare sul posto oltre alla polizia, anche i vigili del fuoco e il 118. Ad allarmare una rivendicazione datata 12 agosto e intercettata dalla polizia durante un'attività di monitoraggio su internet, che parlava proprio di un ordigno nella sede della Lega. Dalle prime ricostruzioni pare che il primo ordigno fosse un trappola. Quello che invece doveva colpire era il secondo, perché conteneva chiodi e pezzi di metallo ed era probabilmente diretto alle forze dell'ordine.
La rivendicazione è firmata da una sigla anarchica (Cellula Haris Hatzimihelakis/Internazionale nera, 1881-2018). Su questa e sulla sua autenticità indagano gli inquirenti. «State promettendo aumenti di stipendio, tasse ridotte, posti di lavoro - si legge in altri passaggi della rivendicazione - noi vogliamo l'eliminazione del denaro, della merce e del lavoro. State combattendo per migliori condizioni del governo, ma noi vogliamo solo divertirci sulle rovine fiammeggianti delle vostre città. Voi fate politica, noi la guerra sociale. Le cose sono difficili, c'è un abisso esistenziale tra noi e non c'è spazio per il dialogo. Quindi tutto questo ci rende chiaro dove colpire! Attaccare nello specifico il razzismo e lo sfruttamento. Colpire lo stato, il capitale i suoi responsabili». E a essere colpita è stata la roccaforte del partito, particolarmente nota, quella dove Zaia ha festeggiato tutti i suoi successi elettorali. Il mondo del Carroccio ieri si è alzato in coro. Chi con atteggiamento di sfida «non ci fate paura», chi ribadendo il concetto di contenere i toni e non esasperarli. «Una bomba rudimentale è esplosa di fronte alla sede della Lega di Villorba (Treviso), un'altra è stata trovata inesplosa - ha twittato il ministro dell'Interno e segretario federale della Lega, Matteo Salvini- Cercano di fermarci, ma violenti e delinquenti non ci fanno paura. Andiamo avanti, più forti di prima. #iononmollo». Un hashtag ripreso a ruota sul web. «Esprimo la mia più ferma condanna per l'attentato alla sede della Lega di Treviso - ha commentato il presidente della regione Veneto, Luca Zaia - se si sia trattato di un atto dimostrativo o della volontà di far del male, poco importa: si tratta comunque di un atto gravissimo, esecrabile, speriamo non il primo di una possibile inquietante spirale». «È un fatto molto grave - dice al Giornale il neo sindaco di Treviso Mario Conte - ed è preoccupante.
Per questo ritengo importante non esasperare i toni dello scontro. Quell'ordigno non era intimidatorio ma era fatto per colpire. E sapere che lunedì sera eravamo lì seduti con una bomba accanto ti fa passare la voglia di scherzare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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