Tria si salva ma saltano i rimborsi dei crac bancari

La Lega difende il ministro, M5s teme lo spread. Per i truffati serve un provvedimento ad hoc

Tria si salva ma saltano i rimborsi dei crac bancari

«Non sempre Tria ha ragione». Il capogruppo M5s al Senato, Stefano Patuanelli, ha sintetizzato così il giudizio complessivo dei pentastellati nei confronti del titolare dell'Economia. Di Maio, ormai non è più un mistero, lo vorrebbe avvicendare ma l'incombenza del Def rende molto difficile la manovra. E così non passa giorno che non ci sia un tiro al piccione nei confronti del titolare del dicastero di Via XX Settembre, «colpevole» di aver detto la verità sulla probabile crescita zero quest'anno.
Ovviamente, l'attacco si svolge anche indirettamente tramite il killeraggio politico della consigliera del ministro Claudia Bugno, alla quale s imputano conflitti di interesse, inclusa l'assunzione del figliastro di Tria nella società del compagno di Bugno e un'influenza negativa sul ministro, soprattutto opponendosi all'intervento pubblico in Alitalia e in Tim. «Guardate cosa mi avete fatto: ha studiato, ha master nel curriculum, non ha bisogno di spinte e mezzucci», s'è lamentato il ministro nel vertice di lunedì sera. Niente da fare. «Deve lasciare lo staff di Tria», hanno fatto sapere ieri sera i Cinque stelle, di fatto rifiutando il gesto di distensione del ministro. Bugno, infatti, ieri ha rinunciato alla candidatura al consiglio di amministrazione di Stm in quanto indicata nel cda dell'agenzia spaziale italiana. «È in contrasto con questo governo», aveva dichiarato il viceministro Laura Castelli, giudice a latere di questo processo politico contro il ministro, in cui il pm è l'avvocato Giuseppe Conte nonché primo ministro.
In questa tempesta l'unico porto sicuro, si fa per dire, è la Lega. «La fiducia è piena e totale, però deve fare in fretta», ha affermato ieri Matteo Salvini alludendo, però, alla necessità di varare quanto prima il decreto per i rimborsi ai risparmiatori coinvolti nei crac bancari. «I risparmiatori stanno perdendo la pazienza e anche Salvini sta perdendo la pazienza», ha chiosato il vicepremier. Il problema è che la norma è stata espunta dall'ultima bozza del decreto Crescita e ora dovrebbe tornare a vivere di vita propria come decreto ministeriale attuativo della legge di Bilancio che rischia di incorrere negli strali di Bruxelles che vorrebbe il rispetto delle normative Ue, mentre intenzione di Lega e M5s è salvaguardare più o meno tutti coloro che hanno subito perdite. su quel miliardo e mezzo i due soci di governo contano molto in vista delle Europee.
L'appuntamento elettorale è l'ostacolo che impedisce, per ora, scossoni alla compagine ministeriale. Come ha spiegato Renato Brunetta di Forza Italia, «lo scontro tra un ministro apprezzato dagli investitori e il vicepremier, che non lo è affatto, è fonte di forte preoccupazione per i mercati, che hanno subito reagito vendendo Btp». Affrontare il Def e la campagna per le elezioni sotto la pressione di un rialzo dei rendimenti sarebbe autolesionistico per Lega e M5s.

«Attaccare il ministro dell'Economia significa attaccare il suo ruolo di garanzia» dinanzi a istituzioni internazionali che non credono negli effetti benefici di reddito di cittadinanza e quota 100. Ma a Di Maio questo non interessa.

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