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In tribunale con il coltello: ferite 2 toghe Arrestato Orlando indaga sulla sicurezza

La mente non può non correre indietro. Era il 9 aprile 2015, Tribunale di Milano. Stava cominciando l'udienza quando l'imputato estrasse una pistola e sparò. Uccise un giudice, un avvocato e un suo ex amico pure lui sotto accusa. Poi riusci anche a fuggire, salvo essere catturato qualche ora più tardi mentre in scooter correva verso Carvico per far fuori anche un altro suo ex socio. Si chiama Claudio Giardiello, faceva l'immobiliarista, ed è stato condannato all'ergastolo.

Ieri a Perugia si è rivissuto lo stesso incubo. Solo che stavolta, fortunatamente, non è finita in strage. Un cinquantaduenne, residente a Spello, al posto di una rivoltella è arrivato in aula con un coltello, e con quello è riuscito soltanto colpire il magistrato donna a una spalla. Lei, Francesca Altrui, a dispetto della ferita, ha fatto in tempo a divincolarsi e a urlare con tutto il fiato che aveva in gola. Le sue grida hanno richiamato l'attenzione di un collega, Umberto Rana, e proprio il suo intervento insieme a quello di un ausiliario probabilmente ha evitato il peggio. Tutti e tre sono rimasti feriti, ma in maniera non grave. Per i due magistrati la prognosi è di 15 giorni. L'aggressore ha poi tentato la fuga passando per gli uffici postali che si trovano al piano terra del palazzo. Ma ormai l'allarme era scattato, il Tribunale civile era stato nel frattempo blindato, così come il traffico sulle vie circostanti. L'uomo è stato bloccato poco dopo dalla polizia e ora si trova in cella. Ancora da chiarire i suoi «perché». «Non appena ho appreso la notizia del ferimento di due magistrati nel Tribunale di Perugia ho immediatamente espresso la mia solidarietà ai due funzionari dello Stato colpiti. Ho inoltre già chiesto che siano subito svolte le necessarie verifiche per comprendere l'esatta dinamica dei fatti e accertare le falle nel sistema di sicurezza», interviene il ministro della Giustizia Andrea Orlando.

Forse un po' tardivo. Da tempo anche Csm e Associazione Nazionale Magistrati, segnalavano il pericolo «in più occasioni e nelle sedi competenti. Se non si prendono immediatamente provvedimenti, magistrati, avvocati ed operatori amministrativi continueranno a rischiare la vita».

AAcq

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