Eraclea (Ve) «Vieni a scoprire la sicurezza di un investimento fatto per rivalutarsi nel tempo». Così solo qualche anno fa il residence «Mimose» di Eraclea promuoveva la vendita degli appartamenti in quel nuovissimo condomino a due passi dal mare. Destino beffardo. Oggi il complesso è diventato un centro di accoglienza di richiedenti asilo e il valore immobiliare è crollato a picco. Non c'è più verso di affittare. Né di vendere. Un'ondata di migranti in piena stagione estiva ha messo in ginocchio il turismo della località balneare veneta e ha eroso il prestigio della struttura costruita nel 2005 con l'ambizione di essere il volto architettonico di un'Eraclea in espansione. La metamorfosi, «da paradiso a inferno» è stata repentina in una giornata di inizio estate. Quel 9 giugno, i proprietari degli appartamenti, se lo ricordano bene. Perché mentre facevano i bagagli alla volta delle ferie, sui loro pianerottoli arrivavano fino a trecento migranti. Tra proteste, risse e degrado, in una sessantina di appartamenti ora vivono 135 profughi al bivacco. Tra i 14 titolari di alloggi, chi non è scappato, resta nella paura. Se ne sta in un angolo, a guardare come crolla l'investimento della sua seconda casa al mare. Sognata e conquistata spesso con i risparmi di una vita. A poco è valsa la class action con cui, assistiti dall'avvocato Mirco Mestre, hanno citato per danni la proprietà, la Venezia Immobiliare, che concedendo gli spazi invenduti alla cooperativa Solaris - che gestisce l'accoglienza - ha trasformato gli «appartamenti a destinazione turistica a campo profughi, mettendo in pericolo la sicurezza e la salute dei condomini». Fantasie, per Lina Tosi, giudice della seconda sezione del tribunale civile di Venezia, secondo cui non sussistono ragioni «per porre a fondamento una pronuncia come quella invocata dai ricorrenti sul deprezzamento degli appartamenti». I proprietari possono mettersela via, anche perché, per andare incontro alle proteste su sporcizia e caos, il giudice ha disposto che porte e portoni dovranno rimanere chiusi e dunque d'ora in poi i profughi considerati alla stregua di veri e propri inquilini con tanto di chiavi. Primo ingresso, con aria condizionata e pensione completa. Biciclette a disposizione per andare in spiaggia come nei migliori hotel. Vito Magri, e la moglie Wilma Leonardi, di Bolzano, queste vacanze le hanno trascorse a vigilare su quella bomba a orologeria che è diventato il loro rifugio estivo. Quando comprarono, il Mimose sapeva ancora di nuovo. E quel bilocale «sembrava perfetto». Mai avrebbero immaginato di svegliarsi «senza nessun avviso con vicini di casa accampati anche in 7 o 8 per stanza, con materassini da acqua e condizioni igieniche intollerabili».
È un'estate «amara» anche per una coppia di Monza, Barbara Ballabio e Francesco Zanon, che qui hanno comprato tre anni fa. Non conoscevano Eraclea, ma «ci è stato proposto come un investimento che avrebbe dato suoi frutti, sembrava un residence futuristico. Da mesi viviamo nel disagio, tra risse, ambulanze e carabinieri. Gli altri condomini non ci hanno più messo piede».
Non è solo il Mimose a mostrare i segni dell'emergenza immigrazione. Lo è tutta Eraclea, allarga le braccia Elisabetta Stecca, che abita in un villino acquistato 11 anni fa. «Sarà difficile per la località scrollarsi questa reputazione. Vendere è diventato impossibile».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.