Cronache

Il tribunale-tenda è allagato A Bari udienze nell'atrio

Fuori uso anche la sede provvisoria: processi sospesi Nell'edificio inagibile danneggiati fascicoli e computer

Il tribunale-tenda è allagato A Bari udienze nell'atrio

Bepi Castellaneta

Bari Sulla città si abbatte un violento nubifragio e la giustizia accampata dinanzi al Tribunale dichiarato inagibile finisce ben presto sott'acqua. Accade a Bari, in via Nazariantz, ai margini del popoloso quartiere Libertà, dove la tendopoli allestita per rimediare temporaneamente al disastro degli uffici giudiziari penali si è completamente allagata e si è trasformata in una palude. Ma non solo. Perché la pioggia si è fatta strada anche all'interno, attraverso il soffitto bucherellato e i muri scrostati di un edificio che da tempo è solcato dalle crepe. Risultato: faldoni ammassati per terra e carte giudiziarie danneggiate, computer e delicati apparecchi per le intercettazioni bagnati, udienze celebrate in un primo momento nell'androne e poi rinviate, personale amministrativo messo in ferie.

Il cortile dove sorgono le tre tende della Protezione civile è diventato ben presto impraticabile e sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, che hanno avviato verifiche nei luoghi allagati: in particolare nel garage e nei sotterranei, proprio dove dovevano essere sistemati i fascicoli dai piani superiori per alleggerire il carico sull'immobile, come consigliato nella perizia elaborata per conto della Procura. Ma adesso, è necessario spostare tutto altrove. «Siamo preoccupati per i fili elettrici e gli impianti, è ormai evidente che dobbiamo andare via da questo palazzo il più presto possibile», dice il responsabile Usb per la sicurezza dei lavoratori, Saverio Cutrone. «Siamo di fronte a una calamità», dichiara il presidente dell'Ordine degli avvocati di Bari Giovanni Stefanì mentre Francesco Sisto, deputato di Forza Italia, e noto penalista barese, parla di «incalcolabile» danno di immagine per la città.

Il sindaco Antonio Decaro torna a parlare di emergenza e spiega che «i tempi delle procedure ordinarie, pur se attivate in maniera tempestiva e seguite quotidianamente dal ministero, purtroppo contrastano con l'urgenza della situazione». Come dire: è necessario un cambio di passo. Ma da Roma, nonostante gli appelli di magistrati e avvocati, si intende seguire un'altra strada: la ricerca di mercato si è conclusa e due giorni fa sono state aperte le buste con le offerte per una sede alternativa. In campo ci sono sette ipotesi, ma i tempi sono tutt'altro che brevi visto che bisogna attendere un'integrazione della documentazione oltre a tutte le verifiche a livello urbanistico. Il 7 giugno il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è stato a Bari per rendersi conto della situazione, ma ha gelato le speranze di chi ogni giorno lavora in Tribunale bocciando la proposta di un decreto legge per l'individuazione di un altro immobile e lasciando spazio piuttosto alla possibilità di una norma di urgenza esclusivamente per bloccare i termini procedurali e scongiurare il rischio di una prescrizione di massa.

Che a questo punto è una possibilità concreta.

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