Tridico insiste: "Attacchi hacker al sito Inps dal 21 marzo ad oggi"

L’Inps ha raccolto 5 milioni di domande per 9,5 milioni di beneficiari. "Entro la fine del mese ci impegniamo a pagare il resto dei provvedimenti stabiliti"

Tridico insiste: "Attacchi hacker al sito Inps dal 21 marzo ad oggi"

"L’Inps ha continuato a ricevere attacchi hacker dal 21 marzo ad oggi. Il primo aprile gli assalti sono stati molto molto consistenti". Il presidente Inps, Pasquale Tridico, durante l’audizione in Commissione Lavoro alla Camera chiarisce la posizione dell’istituto dopo i disservizi del sito internet verificatisi nelle scorse settimane. Anche se qualcuno si dimostrava scettico, "per gli attacchi abbiamo fatto denuncia alla procura in data 3 aprile".

L’Istituto nazionale per la previdenza sociale (Inps) ha affrontato la crisi del Covid-19 con grande sforzo e generosità. E, nonostante le difficoltà, ha fatto tutto il possibile per dare una risposta concreta al Paese. "Dopo il disservizio del primo aprile i giorni seguenti l’istituto ha risposto con l’impegno di pagare il 15 aprile la maggior parte delle prestazioni legate al Cura Italia. Abbiamo raccolto 5 milioni di domande per 9,5 milioni di beneficiari". L’Inps nel dettaglio ha ricevuto 4,4 milioni di richieste di bonus autonomi da 600 euro. A queste, si aggiungono 66mila domande di bonus baby-sitting, 208mila congedi, 280mila da aziende per cassa integrazione a 3,9 milioni di lavoratori, 139mila aziende in assegno ordinario per 2,2 milioni di lavoratori. Oltre a questo sono stati distribuiti 2 milioni di pin per accedere alle pagine personali.

Quasi 30mila persone stanno lavorando da casa. All’Inps hanno promosso e abbracciato la politica dello smart working anche per mettere in sicurezza i lavoratori. Questo ha creato un aumento delle connessioni. Questo è il contesto in cui hanno operato nei giorni più caldi. "Le violazioni della privacy, che hanno riguardato dati personali e non sensibili, hanno colpito solo un centinaio di utenti. Lo abbiamo comunicato al garante e ora stiamo verificando quali posizioni siano state violate".

Solo il primo aprile il sito web dell’Inps, dove dovevano essere presentate le domande per i sussidi, ha raccolto 473mila richieste nonostante la chiusura contro le 600mila del 2 aprile. "È con grande sforzo e generosità - sottolinea Tridico - che l’istituto ha abbracciato questa crisi". Il presidente sottolinea il grande sforzo e la generosità con cui l’Istituto ha affrontato questa crisi. "Abbiamo messo in piedi in due settimane un servizio che in tempi normali si sarebbe fatto in 5 anni. Dopo il disservizio che si è verificato il primo aprile, e di cui mi scuso, già dal 2 aprile abbiamo risposto alle richieste per pagare entro il 15 aprile il bonus da 600 euro. Abbiamo raccolto 5 milioni di domande e ci impegniamo fin da ora a pagare il resto dei provvedimenti, sostanzialmente la cassa integrazione, entro fine mese".

Poi Tridico chiede scusa a tutti gli utenti e al Parlamento per i problemi. "Entro la fine del mese ci impegniamo a pagare il resto dei provvedimenti stabiliti dal Cura Italia per cui di solito ci vogliono due o tre mesi, a partire dalla cassa integrazione".

Le sciagure al sito internet in occasione della richiesta del bonus di 600 euro per far fronte all’emergenza da coronavirus sono state tante, ma la determinazione dell’Istituto ha permesso di superare questo scoglio.

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