Coronavirus

Il Trivulzio respinge le accuse: "Mai vietate le mascherine"

Il rapporto della Rsa milanese: "Falso sia stato chiesto di non indossarle". Le morti sono aumentate del 61%

Il Trivulzio respinge le accuse: "Mai vietate le mascherine"

Una conferenza stampa per sgombrare il campo e fare chiarezza sullo «tsunami di notizie false che si è abbattuto» sul Pat, l'azienda di servizi alla persona che comprende ambulatori specialistici, strutture di riabilitazione, Rsa, Rsa Alzheimer fino all'Hospice. Istituto finito nel mirino di una doppia indagine, da parte della Procura di Milano, indagato il dg Giuseppe Calicchio con l'accusa di epidemia colposa e omicidio colposo e del Ministero della Salute. L'indagine penale, in particolare, viene giudicata «doverosa» dallo stesso Vinicio Nardo, presidente dell'Ordine degli avvocati di Milano e legale dell'ente e del dg, e da Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università degli Studi di Milano, nominato supervisore scientifico della struttura il 24 aprile.

A dimostrare più di tante parole la tempestività delle decisioni assunte in base all'evolversi delle indicazioni delle Autorità sanitarie, l'adeguatezza dei piani di prevenzione del rischio e la chiusura il 10 marzo, il giorno precedente la dichiarazione di «pandemia» della struttura al pubblico, i numeri dei decessi. I dati di mortalità riferiti dal Comune di Milano evidenziano un incremento del 75 per cento delle morti nel mese di marzo e del 135 per cento nella prima decade di aprile rispetto al biennio precedente. Nel periodo febbraio/marzo 2020 al Pat, vi è stato un incremento di decessi pari al 29 per cento, passando da 89 decessi medi a 115 decessi rispetto ai valori medi di analoghi mesi del quinquennio 2015/2019. Se si analizza il quadrimestre gennaio/aprile 2020, rispetto ai valori medi dell'analogo quadrimestre del periodo 2015/2019, si evince un incremento di decessi pari al 61 per cento, passando da 186 decessi medi a 300 decessi complessivi.

Dati che non convincono li Comitato Verità e Giustizia per le vittime: «Nei 300 decessi dichiarati - attacca il portavoce Alessandro Azzoni - è evidente che non sono compresi tutti gli anziani che in marzo sono stati trasferiti in ospedale oppure rimandati a casa, poi risultati positivi al Covid-19, che in molti casi hanno contagiato i familiari e sono morti».

Due i punti fondamentali da chiarire: Il fatto che sia stato ordinato al personale di non indossare la mascherine per non spaventare i degenti, come hanno riferito alcuni dipendenti e che l'ente abbia dato la sua disponibilità, nel pieno dell'emergenza, a ospitare pazienti Covid. «Lo voglio dire con chiarezza: sicuramente nessuno ha mai messo per iscritto che non si dovevano usare le mascherine per non intimorire e non diffondere il panico» sentenzia Nardo. A proposito della forte mancanza di dispositivi individuali, sempre Il legale denuncia come «il Pio Albergo Trivulzio non solo si è visto in alcuni casi dirottate le forniture ordinarie che dovevano arrivare, ma si è anche trovato tagliato fuori dal flusso di priorità. Ci siamo affaticati a cercare, come tutti, i dispositivi e le mascherine sul mercato. Oltre a chiederle alla Protezione civile e alla Regione, si è cercato di trovarli altrove». Nardo e Pregliasco hanno sottolineato come siano stati utilizzati in modo corretto e oculato i dispositivi di protezione individuale, ottemperando alle indicazioni istituzionali.

Per quanto riguarda invece il fatto di aver ospitato pazienti Covid in basse alla disposizione dell'8 marzo della Regione Lombardia «il Pat ha solo svolto nell'ambito dell'unità di crisi un'attività per lo smistamento di pazienti in un momento acuto in cui c'era esigenza di una redistribuzione - ha chiarito il virologo Pregliasco - è stato individuato uno spazio con personale dedicato per 17 pazienti provenienti da Sesto con patologie di tipo internistico, dichiarati no Covid. che sono stati seguiti in una struttura dedicata e separata.

Oltre questi sono stati presi anche «3 pazienti provenienti dal San Carlo sempre con la stessa scheda no Covid».

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