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"Troppi orsi nella valle. Inutile abbatterne alcuni, vanno subito allontanati"

Il rappresentante degli allevatori in Val di Sole: abbiamo paura, bisogna diminuirne il numero

"Troppi orsi nella valle. Inutile abbatterne alcuni, vanno subito allontanati"

In Val di Sole, in Trentino, vivono più orsi che allevatori. Nel vero senso della parola. Gli orsi sono (almeno) 120 e gli allevatori cento. E hanno paura. Ma non solo da quando è stato ucciso il runner Andrea Papi. Da molto prima. Il caso di Jj4 ha scoperchiato un vaso di Pandora che si è voluto tenere tappato fino ad ora e che riguarda tutta la sua famiglia. Ne è ben consapevole Lorenzo Andreotti, che rappresenta gli allevatori della valle. E, al di là della sentenza di esilio, condanna a morte o cosa che verrà emessa a metà maggio contro l'orsa incriminata, il rischio di nuovi assalti è dietro l'angolo. Costantemente. Impossibile in valle lasciare la spazzatura fuori casa. La gente ha paura a fare cento metri nel bosco.

Andreotti, anche ora che Jj4 è stata allontanata, la convivenza con gli orsi resta insostenibile?

«Decisamente insostenibile. Si avvicinano sempre più alle nostre casa, negli anni sono diventati sempre più confidenti. Non hanno paura e per noi è una minaccia troppo pericolosa».

Soluzioni, al netto della battaglia degli animalisti per salvare gli orsi?

«Noi mica vogliamo ammazzarli. Però abbiamo paura. Vanno allontanati. Non è questione di cercarne due o tre tra i più aggressivi. Bisogna proprio diminuire il loro numero nei nostri boschi che sono troppo poco estesi e vicini alle abitazioni per ospitarli. Ne nascono circa 30 all'anno e man mano che si va avanti diventano sempre più grossi e meno intimoriti dalla presenza dell'uomo».

Un suo collega raccontava di orsi sloveni, importati anche in Italia, che andavano a frugare nei cestini dei rifiuti delle città.

«Eh, siamo poco lontano da quello, non possiamo proprio più convivere con gli orsi. E poi non esistono animali di serie a e di serie b: le vacche che vivono all'aria aperta hanno lo stesso diritto di vivere di un orso».

Un bel rischio per il bestiame?

«È arrivata la stagione dei pascoli. Come possiamo portare il bestiame nelle malghe? Le vitelle e le manze più giovani vivono con più stress queste prime settimane e al minimo segnale di presenza dei grandi carnivori finiscono per scappare e mettersi in situazioni pericolose. Questo problema l'ho vissuto sulla mia pelle: qualche anno fa in una sola estate ho perso quattro manze che, scappando da un orso, sono morte scivolate in un canalone. E in questo caso il danno non mi fu nemmeno rimborsato visto che non c'era l'evidente segno di attacco dell'orso. Se gli animali si spaventano, scappano e provocano un incidente, di chi è la colpa?».

Come si è arrivati a questo?

«È nato tutto da un progetto sfuggito di mano, non ben calibrato. Noi non siamo il parco degli Abruzzi e gli orsi non sono quelli marsicani, più mansueti. Negli anni abbiamo dato vari allarmi perchè si rimediasse a questa convivenza impossibile ma non è stato fatto molto».

Però vi hanno finanziato le recinzioni per proteggere le aree private e i pascoli.

«Non basta. Tra un po' gli orsi tirano giù pure quelle. I bambini non sono più liberi di giocare e noi facciamo fatica a lavorare. È impossibile delimitare la zona. Ci hanno anche proposto i cani anti orso. Possono andare bene per proteggere un gregge di pecore, che stanno compatte, ma non di mucche, che si disperdono su una superficie più ampia».

I lupi sono un problema?

«Sono un doppio problema.

Primo perchè anche loro si avvicinano alle vie abitate senza il minimo timore e secondo perchè girano in branco».

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