Addio alle armi, L'ultimo ad andarsene è stato il generale Vincenzo Camporini, uno dei militari italiani più apprezzati dalla comunità internazionale. "Sono deluso - spiega al Giornale - dalla deriva di Limes, ormai schiacciato sulle posizioni di Mosca". Così il mensile, prestigiosa rivista di geopolitica, perde uno dei suoi collaboratori più prestigiosi.
Non l'unico, perché ormai si può parlare di una fuga di massa, sottolineata con tempismo dall'Adnkronos. Lucio Caracciolo, il direttore, tiene - ad ascoltare i dissidenti - il timone sulla rotta di Putin e chi non è allineato a questo punto toglie il disturbo. C'è chi se ne va in punta di piedi, anzi con il fair play che segna questo pensatoio. "Ci siamo lasciati con una stretta di mano - aggiunge l'ex capo di Stato maggiore della difesa - ma ci siamo separati".
Uno strappo doloroso, dopo anni e anni di collaborazione. Addio alle armi di Putin anche per Federigo Argentieri, Franz Gustincich e Giorgio Arfaras. Insomma, siamo davanti a un'emorragia di accademici e intellettuali. Il clima bellico arriva anche in redazione: qualcuno di qua, gli altri di là.
Il tutto sullo sfondo di altri titoli di coda: quelli del gruppo Gedi, di cui Limes è un piccolo gioiello, con le trattative per vendere le corazzate Repubblica e Stampa in pieno svolgimento.
"Qui - replica Caracciolo conversando con il Giornale - non c'é nessuno allineato con nessuno. Il problema è che io non devo parteggiare per questo o quello, io devo capire e cercare di far capire, io faccio analisi, da trent'anni, per la precisione dal 1993, e dunque sono tenuto a pubblicare punti di vista diversi, anzi opposti, proprio per dare ai nostri lettori gli strumenti e le lenti per capire le ragioni di una parte e dell'altra. Ci saranno le voci dei russi che dicono tutto il male possibile degli ucraini e quelle degli ucraini che punteranno il dito contro Mosca. Mi spiace, ma la mia metrica è questa".
Pluralismo informativo e spunti oltre le rotte del politically correct. Fatto sta che più di un senatore ha manifestato ad alta voce il proprio disappunto. "Il momento è quello che è. Tutto il contesto internazionale scricchiola, e io che ho speso e pure rischiato la vita per tenere insieme le due sponde dell'Atlantico, mi sento come quei marito cui la moglie dopo quarant'anni di felice unione dice: Stammi bene, mi sono trovata un altro".
Insomma, tutta la geopolitica secondo questa lettura gira dalla parte sbagliata e Camporini si sentiva più o meno come un eretico. Meglio evitare equivoci. E sfuggire, se vale il paragone di prima, alla parte del consorte cornuto e pure mazziato.
Sulla stessa linea Argentieri, professore di scienze politiche e direttore del Guarini Institute alla John Cabot University: "Dal 2004 e dalla Rivoluzione arancione, Limes assume una postura costantemente diffidente, se non apertamente ostile all'Ucraina". Ma c'è di più: "Dal 2014 e dall'annessione della Crimea, Limes comincia a pubblicare mappe della penisola colorata come Russia. Si è fatta una scelta netta".
E qualcosa si è incrinato anche sul piano personale, dopo trentadue anni di intesa: "Alla vigilia del 24 febbraio 2022 Caracciolo dichiarava in tv che Putin
non avrebbe mai invaso. Una previsione clamorosamente sbagliata".È un'altra unione che va in pezzi. Salgono le copie - più che raddoppiate a 50mila nei diversi formati e edizioni - ma volano gli stracci. Addio alle armi.