Sembravano buoni samaritani, gente di cuore vicina alla gente che soffre, persone perbene pronte a dare tetto e calore a chi aveva perso tutto. Invece la corsa alla solidarietà era solo una gara ad arraffare. Approfittando delle vittime del terremoto, quello che tra l'agosto del 2016 e il novembre del 2017 : 303 morti, 383 feriti, 41.000 sfollati. Erano proprio gli sfollati la miniera d'oro perchè i finanzieri di Camerino hanno scoperto una frode milionaria nella gestione dei servizi di accoglienza e sequestrato beni per oltre un milione di euro, tra i quali 19 lingotti d'oro.
L'indagine, chiamata non a caso «El dorado» è stata coordinata dal capo della procura di Macerata, Giovanni Giorgio, e da sostituto Vincenzo Carusi. A finire nel mirino delle Fiamme gialle una struttura alberghiera della provincia di Macerata che, nel periodo dell'emergenza post-sisma, ha offerto il servizio di accoglienza e gestione degli sfollati. La società aveva fornito, sin dai primi mesi successivi al terremoto, ospitalità sia a favore dei cittadini sfollati che del personale delle forze di polizia coinvolte nei servizi di ordine pubblico e sicurezza nei comuni terremotati. Solidarietà? Nemmeno per sogno. Per questi servizi la struttura ha incassato dalla Regione Marche e dalla prefettura di Macerata compensi per circa un milione di euro. Dalle indagini sarebbe emerso che gli indagati, tutti tra di loro collegati da stretti legami familiari, avevano attuato una prolungata e illecita distrazione di risorse economiche dai conti correnti societari, tanto da portarla alla declaratoria di fallimento. Quasi la metà del milione di euro è stata investita nell'acquisto di 51 lingotti d'oro puro, dal peso complessivo di 13 chilogrammi. Il gip del tribunale di Macerata, Claudio Bonifazi, su richiesta della procura maceratese, ha quindi emesso un provvedimento di sequestro che ha interessato oltre che la disponibilità finanziarie della società, anche 19 dei 51 lingotti d'oro rinvenuti nel corso di una perquisizione all'interno di una botola nascosta sotto al letto di uno degli indagati. Dagli accertamenti svolti dai finanzieri, sarebbe anche emerso che la società ha omesso, nel 2016 e 2017, di presentare le dichiarazioni dei redditi e dell'Iva: praticamente evasori totali. Si procederà però al recupero a tassazione delle somme evase.
Nel registro degli indagati sono finite 5 persone, soci e amministratori dell'«Hotel 77» di Tolentino, struttura ora chiusa che ospitava tra le 80 e le 90 persone al giorno, per un servizio di pensione completa pagato con un milione e mezzo di soldi pubblici, ma dopo poco più di un anno di attività di accoglienza, la società aveva dichiarato bancarotta, nonostante le entrate milionarie.
Proprio l'utilizzo dei fondi pubblici post sisma è al centro di continue verifiche da parte dell'autorità giudiziaria.
Il comandante provinciale delle Fiamme gialle di Macerata, Amedeo Gravina, ha fornito alcuni dati sull'attività di controllo, aggiornati al 30 novembre scorso: 190 persone segnalate per l'illecita percezione del Cas, il contributo di autonoma sistemazione, per una cifra di poco superiore a 1,1 milioni; sono stati poi proposti sequestri per oltre un milione, dei quali 450 mila euro già eseguiti. Sembravano buoni samaritani. Invece erano sciacalli.
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