Alla prima occasione il "testardamente uniti", evocato da Elly Schlein nell'ultima assemblea Pd, è sepolto. Il campo largo si sfalda alla prova dell'Aula sulla politica estera. Oggi il presidente del Consiglio Giorgia Meloni terrà le sue comunicazioni in vista del Consiglio europeo. La maggioranza arriva compatta con una risoluzione unica. Le opposizioni con cinque testi. Ecco il campo sparso. Divisi su tutti i dossier internazionali. Le distanze tra M5s e Pd non si accorciano. Oggi Elly Schlein riunirà i gruppi parlamentari a Montecitorio prima di chiudere il testo della risoluzione. Il Pd al suo interno è spaccato su Ucraina e Medio Oriente. La segretaria ha affidato a Peppe Provenzano (responsabile Esteri) e Alessandro Alfieri (area Bonaccini) il mandato di trovare una sintesi. Resta il dato politico: Avs, Italia Viva, Pd, M5s e Azione si presentano al dibattito in Aula come l'armata Brancaleone. Il Giornale prova a mettere in fila, tema per tema, le divisioni tra i partiti di opposizione. Ucraina. Qui il solco profondo è tra Pd e M5s. Il primo punto sul quale si rompe l'opposizione è l'invio di aiuti a Kiev. Il Pd nella propria risoluzione "impegna il governo a ribadire la ferma condanna della grave, inammissibile e ingiustificata aggressione russa dell'Ucraina e a continuare a garantire pieno sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie, nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni unite, sostenendo con urgenza ogni iniziativa diplomatica e politica che garantisca un ruolo dell'Unione europea, in collaborazione con gli alleati, per il perseguimento di una pace giusta e sicura...". Richiesta bocciata invece nella risoluzione del M5s che al contrario chiede di sospendere l'invio di aiuti militari a Kiev. Distanza anche sull'uso degli asset russi congelati. Pd (area riformista) spinge per l'utilizzo, M5s dice no. Dal M5s arriva anche la richiesta di sospendere le sanzioni contro il Cremlino. Sul dossier Ucraina divisi anche Avs, Italia Viva e Azione. Il partito di Calenda è il più filo ucraino e chiede che "le istituzioni dell'Unione e degli Stati membri - si legge nel documento - rimangano saldamente al fianco dell'Ucraina e del suo popolo, con l'obiettivo di una pace equa, giusta, duratura, rispettosa del diritto internazionale e dell'indipendenza, della sovranità, dell'integrità territoriale, della sicurezza ucraine". Avs si accoda al M5s e propone lo stop agli aiuti militari per Zelensky. Secondo tema che fa implodere il campo largo è quello del Medio Oriente. Nella risoluzione Pd c'è la richiesta di riconoscere lo Stato di Palestina e sospendere il memorandum tra Italia e Israele. Per il M5s e Avs c'è invece un salto di qualità con l'accusa di genocidio al governo israeliano. Nessun riferimento o condanna all'antisemitismo strisciane. Infine, terzo tema è il piano di riarmo europeo. Pd dice "no" al potenziamento degli eserciti nazionali e sì al piano della difesa comune europea con una revisione del programma presentato da Ursula von der Leyen. Avs e Ms5 bocciano la difesa comune europea. Iv e Azione appoggiano la linea europea sul riarmo. Piccola chiosa finale.
Schlein e Conte litigano anche su Trump. Il capo dei Cinque stelle spinge per il "piano Trump" per la pace in Ucraina. La risposta di Schlein? "La pace per Kiev non sia delegata a una telefonata Trump-Putin". Sipario sul campo largo.