Cronache

La truffa del fattore 50: i solari per i bambini in realtà non proteggono

Indicazioni ingannevoli sulle etichette e rischio scottature: «Ritirare dal commercio due creme»

La scelta delle creme solari è cosa seria. Per le mamme di bambini piccoli, poi, è quasi una missione. Per comprare quella giusta bisogna sapersi districare tra fattori di protezione, indicazioni sui raggi Uvb e Uva, capacità di resistenza all'acqua. Pena ustioni sulla pelle delicata dei propri figli, che possono avere gravi conseguenze a lungo termine.

Leggere l'etichetta è fondamentale, ma poi, una volta interpretate tutte quelle sigle, ci si affida alle proprietà del solare prescelto e tutt'al più bisogna preoccuparsi di tenere i piccoli sotto l'ombrellone nelle ore più calde o a stendergli un nuovo velo di crema dopo ogni bagno in mare. Ma non va sempre così. Come ha scoperto Altroconsumo testando in laboratorio le creme in commercio. Due prodotti in particolare, denuncia l'associazione dei consumatori, non garantiscono la protezione dichiarata sulla confezione. Non è cosa da poco, perché se si protegge il proprio bambino con un solare ad alta o ad altissima protezione in spiaggia si può pure stare tranquilli per un po'. E sono guai se poi si scopre che quella crema aveva un fattore di protezione inferiore. Nel mirino sono finiti due solari per bambini molto diffusi: il Rilastil baby trasparent spray wet skin e Isdin trasparent wet skin. La protezione dichiarata sulle etichette (Spf 50+) non corrisponde a quella reale, che si attesta su valori nettamente inferiori, a livelli di creme a protezione media. Sono state testate in laboratorio su un campione di 16 solari destinati ai più piccoli in vendita in farmacia, nei supermercati e nei discount. I due prodotti che non hanno superato le prove di efficacia protettiva sono stati segnalati al ministero della Salute, al quale è stato chiesto di ritirarle dal mercato. Ma l'analisi è stata estesa anche alle sostanze utilizzate per produrre le creme incriminate e in questo caso la lista nera dei prodotti si è allungata per la presenza di interferenti endocrini riscontrati in altri cinque spray per bambini. Per quanto riguarda il Rilastin, solare tra i più usati dalle mamme, la protezione garantita è ben lontana dal 50+ dichiarato: quella reale è pari a 20,9. Per l'Isdin, invece, è stato rilevato un Spf pari al 16,5. Una bella differenza, che potrebbe comportare il rischio di serie scottature, soprattutto per chi acquista una crema convinto di poter contare su un fattore di protezione molto alto. Prima di pubblicare il test Altroconsumo ha inviato i risultati alle aziende, che hanno confermato il livello di protezione dichiarato. Poi smentito nuovamente da successive analisi su altri prodotti, anche di lotti diversi e in laboratori indipendenti: le nuove prove hanno ribadito i risultati iniziali, anzi l'Spf rilevato nel Rilastil è sceso ancora, a 16,3, a riprova del fatto che il solare per bambini non protegge quanto riportato sull'etichetta.

Idem per l'altro, che nella seconda analisi non ha superato il 14,1 di Spf.

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