Trump, appuntamento al buio «Kim, ti aspetto oggi al confine»

Invito via Twitter sul 38esimo parallelo. Ma Pyongyang nicchia: «Interessante, aspettiamo una proposta ufficiale»

Valeria Robecco

New York Donald Trump e Kim Jong-un in luna di miele sul 38esimo parallelo. È questa l'immagine che potrebbe verificarsi dopo lo scambio di lettere lusinghiere da parte dei due leader culminato con l'invito del presidente americano a incontrarsi sulla zona demilitarizzata. Dopo le tensioni e gli attacchi dei mesi passati pare essere tornato il sereno tra il tycoon e il giovane leader, e con questo le speranze di un buon esito del processo di denuclearizzazione della penisola e un nuovo corso nei rapporti tra Washington e Pyongyang. «Sto lasciando il Giappone per la Corea del Sud. Mentre sono là, se il presidente Kim vede questo messaggio, vorrei incontrarlo sulla linea di confine, giusto per stringergli la mano e salutarlo (?)!», cinguetta Trump a sorpresa prima di lasciare il G20. Un invito informale e (almeno in apparenza) improvvisato, trasmesso attraverso i social media, che è già stato ribattezzato «Twitter-diplomacy», la diplomazia di Twitter. «Non so se Kim ci sarà, io vado alla Dmz e vediamo cosa succede», spiega ancora durante la conferenza stampa al termine del vertice di Osaka. Che precisa: «Ho detto che se Kim vuole incontrarmi io sono al confine, sembra che andiamo molto d'accordo, è una cosa buona, non brutta». «È un bene andare d'accordo», prosegue, assicurando: «Francamente se non fossi diventato presidente a quest'ora saremmo in guerra con la Corea del Nord». «Ci vedremo per due minuti», aggiunge, un «ciao veloce» è tutto ciò che serve. Ma l'inquilino della Casa Bianca, durante la visita in Sud Corea per vedere l'omologo Moon Jae-in, punta pure ad entrare nella storia diventando il primo presidente americano in carica ad entrare nel Nord. «Certo, mi sentirei a mio agio» ad attraversare il confine, spiega, «non avrei alcun problema». La proposta di Trump è «molto interessante», è la risposta che arriva da Pyongyang. Se diventasse realtà sarebbe «un'altra occasione significativa per rafforzare ulteriormente i rapporti personali tra i due leader e per far avanzare le relazioni bilaterali», fa sapere il primo vice ministro degli Esteri nordcoreano, Choe Son-hui, secondo l'agenzia Kcna. Un commento che segnala la disponibilità all'incontro, pur precisando che «non è ancora stata ricevuta una proposta ufficiale a tal proposito». Intanto dalla Blue House, residenza del leader di Seul, Trump torna sull'argomento, e alla domanda se siano arrivate indicazioni da Pyongyang il presidente risponde di «sì», senza altri dettagli. Tutti gli inquilini della Casa Bianca da Ronald Reagan in poi hanno visitato la linea di confine tra le due Coree (ad eccezione di George H.W. Bush, che ci è stato da vice presidente). Tali viaggi, però, sono di solito intrapresi in condizioni di estrema sicurezza, ed è proprio questo tema a preoccupare maggiormente, in caso The Donald voglia entrare nel Nord. Secondo Harry J. Kazianis, senior Director del Korean Studies e consigliere per la politica estera durante la campagna del 2016 dell'ex candidato alle primarie repubblicane Ted Cruz, la stretta mano tra Trump e Kim ci sarà. «Dovremmo aspettarci che l'incontro sia breve ma significativo, poiché sarà un azzeramento del rapporto, e permetterà ad entrambe le parti di testare le intenzioni dell'altra, forse ripartendo da dove le trattative sono state interrotte ad Hanoi», dice.

A suo parere, ciò «potrebbe voler dire arrivare a siglare un accordo finale nel corso di un vertice formale nei prossimi mesi, che forse vedrebbe la Corea del Nord fare un grande passo avanti verso la denuclearizzazione in cambio di una sorta di revoca delle sanzioni».

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