Trump al bivio delle sanzioni. "Putin sta giocando con il fuoco"

Mosca: "Per la pace serve tempo". Kiev: "Donald scelga, embargo o si sfili". Il tycoon: "Senza di me alla Russia sarebbero già successe cose brutte". Possibile stretta vicina

Trump al bivio delle sanzioni. "Putin sta giocando con il fuoco"
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Cresce la frustrazione di Donald Trump per i continui attacchi russi all'Ucraina e la lentezza dei colloqui per porre fine alla guerra. «Ciò che Vladimir Putin non capisce è che se non fosse stato per me, alla Russia sarebbero già successe un sacco di cose brutte, e intendo davvero brutte. Sta giocando col fuoco», avverte il presidente americano, che per il secondo giorno consecutivo non cela la sua ira nei confronti dello zar di Mosca. E mentre il Cremlino avverte che il processo di pace «è complesso e serve tempo», Trump si trova davanti al bivio delle sanzioni, e potrebbe decidere di imporre nuove misure alla Russia già in settimana.

Almeno questo è quanto riferiscono fonti vicine al tycoon al Wall Street Journal, secondo cui le sanzioni probabilmente non colpiranno il settore bancario, ma sono in discussione altre opzioni per spingere Putin a fare concessioni al tavolo dei negoziati: tra queste, un cessate il fuoco di 30 giorni sostenuto da Kiev, che la Russia ha a lungo respinto.

Trump potrebbe anche decidere di non imporre nuove misure restrittive, sottolinea il quotidiano, e comunque è stanco dei colloqui di pace e sta valutando di abbandonarli del tutto se un ultimo tentativo non dovesse funzionare. Il che rappresenterebbe una svolta notevole per un leader che ha concentrato parte dell'ultima campagna elettorale sulla capacità di porre fine al conflitto sin dal suo primo giorno in carica. «Il presidente è stato chiaro nel dire di volere un accordo negoziato - spiega la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt al Wsj - E ha anche intelligentemente tenuto tutte le opzioni sul tavolo». Per Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, il comandante in capo Usa ha una scelta da fare: o vara un embargo totale contro la Russia, oppure si sfila dai negoziati per la fine della guerra. «È chiaro che Putin abbia deciso cinicamente di colpire la reputazione personale di Trump», scrive Podolyak, secondo cui The Donald può ormai percorrere solo due strade: «La prima opzione è che faccia seguire alle sue parole azioni concrete, imponendo nuove sanzioni, spingendo per un embargo totale contro Mosca e approvando ulteriori forniture di armi al nostro Paese rafforzandone la difesa aerea. La seconda è tirarsi indietro dai colloqui. Putin è fiducioso che quest'ultima cosa sia proprio quella che accadrà».

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, intanto, spiega che il processo di pace in Ucraina è «complesso e, naturalmente, c'è bisogno di tempo. È chiaro che non tutto è semplice, ma il lavoro procede». Ma la Russia, assicura allo stesso tempo, agirà per garantire la propria sicurezza indipendentemente dalle dichiarazioni di Trump e dal fatto che sia in corso un processo di pace. Le critiche del comandante in capo allo zar a suo parere non ostacoleranno le trattative tra Mosca e Washington per un nuovo scambio di prigionieri: «È chiaro che le parti russa e americana non possono concordare su tutto, ci saranno sempre alcune differenze, ma la volontà politica di attuare gli accordi raggiunti c'è e il lavoro continua». Nel frattempo la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, spiega che «la Russia continua a sviluppare una bozza di memorandum relativa al futuro trattato di pace, definendo diversi aspetti, come i principi dell'intesa, i tempi del potenziale accordo e l'eventuale cessate il fuoco per un certo periodo di tempo qualora vengano raggiunti accordi pertinenti». E aggiunge che «non appena sarà redatto, il memorandum verrà presentato a Kiev».

L'inviato speciale di Trump, Keith Kellogg, riferisce che Washington ha ricevuto dall'Ucraina un elenco di

condizioni per porre fine alla guerra e ora attendono una lista simile da Mosca. Una volta avuti entrambi i documenti, gli Stati Uniti «li combineranno» in una versione congiunta per preparare il secondo incontro, forse a Ginevra.

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