
Donald Trump ha intenzione di chiedere uno sforzo supplementare in Afghanistan anche all'Italia. Secondo indiscrezioni il presidente degli Stati Uniti, che ha annunciato tre giorni fa di voler incrementare l'impegno militare americano per stroncare la guerriglia endemica dei talebani, potrebbe chiedere al nostro governo di incrementare fino a 1200 uomini il nostro contingente nel Paese asiatico: attualmente esso conta circa 900 unità.
La svolta indicata da Trump in Afghanistan dovrebbe riguardare nelle sue intenzioni diversi Paesi membri della Nato che attualmente mettono a disposizione della missione internazionale «Resolute Support» circa 5000 uomini. Di fronte al progressivo avanzare sul terreno dei talebani, il presidente americano si è convinto della necessità di rafforzare la missione militare nel Paese invece di ritirarla come aveva promesso in campagna elettorale, ma ha indicato un chiaro cambio di obiettivi: non più la costruzione di un regime democratico a Kabul, bensì il conseguimento di successi militari contro i terroristi islamici. Il risultato cui si punta è quello di impedire che l'Afghanistan torni a trasformarsi (come accadeva prima del 2001) in un «santuario» per il terrorismo di Al Qaida e affini, e questo è un obiettivo che non ha una scadenza temporale. Al contrario, somiglia a una sorta di impegno sine die alla sorveglianza di un territorio strategico per la sicurezza dei Paesi occidentali.
Tornando a Washington, il cosiddetto Russiagate minaccia di provocare nuovi seri guai all'inquilino della Casa Bianca. Un ulteriore - e per Trump sicuramente preoccupante - capitolo si è infatti aperto con la scoperta da parte degli investigatori del Congresso di una mail di un importante esponente della campagna elettorale dell'allora candidato repubblicano su un possibile incontro con il presidente russo Vladimir Putin.
L'autore dell'imbarazzante messaggio - che risale al giugno 2016, lo stesso in cui si svolse un incontro alla Trump Tower fra il figlio maggiore del presidente americano ed esponenti russi legati al Cremlino - è Rick Dearborn, che oggi è vice capo dello staff di Donald Trump: sembra che riferisse degli sforzi di una persona non identificata, probabilmente dello Stato della West Virginia, per combinare un incontro con Putin. Nel giugno 2016, Dearborn era a capo dell'ufficio del senatore Jeff Sessions, oggi ministro della Giustizia, ma era anche impegnato nella campagna di Trump. Non è chiaro se sia stato lui ad organizzare i due incontri fra Sessions e l'allora ambasciatore russo negli Stati Uniti, Sergei Kislyak.
Nel frattempo Jared Kushner, genero di Trump e suo consigliere alla Casa Bianca, è arrivato in Israele per i previsti colloqui con il premier Benjamin Netanyahu e con il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Mahmud Abbas. Nell'incontro con Netanyahu è emersa la generica intenzione di Washington di lavorare per la pace in Medio Oriente, ma senza un dichiarato impegno per il conseguimento dell'obiettivo dei due Stati (israeliano e palestinese) che era stato il caposaldo della diplomazia Usa nella regione sotto le precedenti amministrazioni.
Secondo Times of Israel l'Autorità Palestinese si lamenta della mancanza di
chiarezza da parte americana. In un incontro domenica con alcuni deputati israeliani, Abbas ha detto di aver incontrato una ventina di volte esponenti dell'amministrazione Trump ma di non aver capito quale sia la loro posizione.
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