Trump ci ripensa. Il vertice con Kim si farà

Nota coreana dicisiva: «Noi ci siamo sempre e ovunque». La replica: «Molto bello»

Trump ci ripensa. Il vertice con Kim si farà

Valeria Robecco

New York Tutto e il contrario di tutto. É un continuo colpo di scena e cambio di fronte il sofferto cammino verso il bilaterale tra Kim Jong Un e Donald Trump. Con il leader nordcoreano che a giorni alterni fa la voce grossa e il presidente americano che minaccia rappresaglie in caso di defezione di Pyongyang dal tavolo di Singapore. Quando mancano poco più di due settimane a quello che in molti hanno definito il vertice che cambierà la storia, è la Corea del Nord a riaprire i giochi dicendosi disposta a incontrare gli Usa «in qualsiasi momento e in qualsiasi formato». Una mossa apprezzata dall'inquilino della Casa Bianca, il quale solo 24 ore prima aveva chiuso definitivamente il discorso affermando che non c'erano i presupposti per tenere l'incontro in programma il 12 giugno. Pyongyang «vuole dare a Washington tempo e opportunità per riconsiderare i negoziati», fa sapere il viceministro degli Esteri Kim Kye Gwan, sottolineando che il Paese è «deciso a fare del suo meglio per la pace e la stabilità della penisola».

Quella di Trump - che giovedì ha cancellato il summit «sulla base dell'aperta ostilità del Nord mostrata nelle ultime dichiarazioni» - è una decisione «inaspettata» e «molto spiacevole», precisa il viceministro. La mossa conciliatoria del regime, che negli ultimi giorni aveva tagliato le comunicazioni con gli Usa, è molto apprezzata dal tycoon, che definisce «un'ottima notizia la calorosa e produttiva nota della Corea del Nord». «Vedremo presto dove porterà - scrive su Twitter - auspicabilmente verso prosperità e pace. Solo il tempo potrà dirlo». Poi, parlando con i giornalisti, apre alla possibilità di tenere il summit come da programma: «La loro dichiarazione è stata molto bella, il vertice potrebbe tenersi anche il 12 giugno».

La Cina chiede di far ripartire il dialogo: «Abbiamo sempre incoraggiato le parti ad avere colloqui diretti - spiega il portavoce del ministero degli Esteri, Lu Kang - Da questo punto di vista avremo un ruolo nel far ripartire il processo».

Mentre il premier giapponese Abe è deluso per la cancellazione dell'incontro, ma si augura che abbia luogo «in futuro». E il ministro degli Esteri Kono: «Non ha senso organizzare un vertice senza speranza di ottenere risultati tangibili».

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