Tutto come prima, o quasi. Il primo scontro televisivo tra Donald Trump e Joe Biden sembra essere orfano di vincitori e incapace di riuscire a spostare gli equilibri elettorali, complice un presidente Usa eccessivamente aggressivo e uno sfidante democratico non particolarmente incisivo. Il tutto sullo sfondo di un moderatore - Chris Wallace di Fox News - che forse più dei due contendenti esce malconcio dal ring della Case Western Reserve University di Cleveland, in Ohio. Secondo un sondaggio condotto da SSRS per Cnn, sei americani su 10 ritengono che ad aver vinto il confronto sia stato Biden (più o meno la stessa percentuale del 2016, quando il 62 per cento giudicò Hillary Clinton vincitrice del primo scontro tv con Trump). Questo però non significa che la performance dell'ex numero due di Barack Obama sia stata in grado di convincere gli elettori. Anzi, diversi osservatori ritengono come il duello tv, finito nel caos tra offese reciproche e continue interruzioni, difficilmente sarà in grado di spostare il parere soprattutto degli indecisi.
Il dibattito peggiore della storia Usa, lo hanno definito in tanti. Il presidente si è mostrato fermo sui suoi cavalli di battaglia, dall'economia alla «legge e ordine», dicendo all'avversario: «Ho fatto di più io in 47 mesi che tu in 47 anni». «Tutti sanno che Donald Trump è un bugiardo e un clown, il peggior presidente della storia», ha replicato Biden. La lotta senza esclusione di colpi è proseguita su Corte Suprema, coronavirus, economia, questione razziale e violenza nelle città, oltre alle dichiarazioni dei redditi di Trump, dopo le rivelazioni del New York Times.
La critica più circostanziata mossa al tycoon è stata quella di non aver condannato in maniera decisa i suprematisti bianchi, mentre Biden ha prestato il fianco all'avversario consentendogli di tentare l'affondo sul figlio Hunter e il suo lavoro nella società energetica ucraina Burisma, mentre il padre era vice di Obama. Al centro del duello anche la questione del voto per corrispondenza, la cui sicurezza è stata messa in discussione più volte dall'inquilino della Casa Bianca. «Per sapere il risultato delle elezioni ci potrebbero volere dei mesi», ha ammesso rievocando lo spettro dei brogli. E, a differenza del suo rivale, non si è impegnato a riconoscere l'esito delle elezioni. Ad alimentare le polemiche è stata una défaillance nel voto per posta a New York: a causa dell'errore di stampa di un appaltatore, quasi 100mila elettori di Brooklyn hanno ricevuto schede con indirizzo e nome sbagliati sulla busta.
All'indomani dello match in tv, intanto, Trump e Biden hanno ripreso la campagna elettorale: il presidente in Minnesota, il rivale in Ohio e Pennsylvania, due stati chiave per il voto del 3 novembre. E hanno ripreso anche gli attacchi reciproci: «Il suo comportamento durante il dibattito è una vergogna nazionale», ha detto il candidato dem. «La sinistra radicale sta scaricando l'addormentato Joe. Zero entusiasmo per i democratici, leadership debole», ha twittato da parte sua il Comandante in Capo, precisando che l'avversario ha «mancato di rispetto a Bernie Sanders, chiamandolo un perdente». Nel frattempo, Biden starebbe meditando un colpo di scena: rinunciare ai prossimi due appuntamenti di Miami, il 15 ottobre, e Nashville, il 22 ottobre. Una delle manager della sua campagna, Kate Bedingfield, ha detto che le regole dovranno essere più severe e stringenti per andare avanti.
D'altronde è noto che gli scontri diretti davanti alle telecamere per Biden rappresentano un terreno scivoloso. La Commissione che si occupa dei dibattiti presidenziali, tuttavia, ha annunciato novità «per assicurare una discussione più ordinata delle questioni».
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