New York Nuova grana per Donald Trump. Questa volta a creare guai al presidente americano sono le accuse di uno 007 Usa, che ha denunciato una presunta «promessa» fatta dal presidente americano al neo leader ucraino Volodymr Zelensky. Durante una telefonata del 25 luglio scorso, il tycoon avrebbe detto al collega di Kiev che se avesse indagato di più su alcuni casi di corruzione, il suo paese avrebbe potuto accrescere la sua reputazione e i rapporti con gli Stati Uniti. Ad ascoltare la conversazione ci sarebbe stato anche un alto funzionario dell'intelligence, che ha raccontato l'episodio ai suoi superiori chiedendo poi la protezione che viene assegnata ai «whistleblower», gli informatori che svelano fatti di grande rilievo. La telefonata è già nel mirino dei democratici, che stanno esaminando se Trump e il suo avvocato Rudy Giuliani tentarono di convincere Zelensky a indagare su un caso che poteva danneggiare il candidato alle primarie Joe Biden favorendo la sua rielezione il prossimo anno.
«È una storia ridicola», ha commentato il Commander in Chief. Alla domanda se nel controverso colloquio con il leader straniero abbia parlato di Biden, Trump ha risposto: «Non importa di cosa ho discusso. Di certo qualcuno dovrebbe occuparsi di Biden, ma le fake news non si occupano delle cose che lo riguardano, perché è un democratico». Poi ha spiegato di non conoscere l'identità del funzionario dell'intelligence che lo ha accusato. Su Twitter, ha precisato di «non aver detto assolutamente nulla di sbagliato» e che si tratta di un'azione architettata dalla sinistra radicale dei democratici e dai media delle fake news. «Strano che con tanta altra gente che ascoltava o sapeva del colloquio, assolutamente corretto e rispettoso, nessun altro sia venuto fuori. Sapete perché? Non c'è stato niente di sbagliato che io abbia detto, tutto è stato perfetto».
Trump da tempo denuncia come Biden minacciò l'Ucraina di tagliare gli aiuti Usa se non fosse stato silurato il corrotto procuratore generale di Kiev, quello che stava indagando su una società energetica nel cui board sedeva il figlio dello stesso ex numero due di Barack Obama. Il 12 agosto, circa due settimane e mezzo dopo la telefonata tra il tycoon e Zelensky, è stata presentata una denuncia all'ispettore generale della intelligence community Michael Atkinson, il quale ha considerato l'episodio una questione urgente, soglia che richiede la notifica obbligatoria alle commissioni di sorveglianza del Congresso. Atkinson ha poi inviato la denuncia a Joseph Maguire, direttore ad interim della National Intelligence (che coordina tutte le agenzie degli 007), ma lui si è rifiutato di condividere i dettagli con i parlamentari.
Così all'inizio di settembre l'ispettore ha informato il Congresso, e la commissione intelligence della Camera ha avviato un'indagine, convocando giovedì Atkinson per un incontro a porte chiuse. A svelare la pista ucraina è stato il Washington Post, ma è ancora un mistero cosa realmente contenga la denuncia dell'informatore, bloccata dai vertici dell'intelligence.
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