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Trump riparte da Tulsa: folla al primo comizio (tra virus e coprifuoco)

Il presidente oggi in Oklahoma dopo mesi di stop. Attesi 100mila fan ma anche oppositori

Trump riparte da Tulsa: folla al primo comizio (tra virus e coprifuoco)

La maggioranza silenziosa torna a farsi sentire dopo mesi di apparente letargo dovuto alla pandemia di coronavirus, e lo fa nel primo comizio tenuto da Donald Trump dopo la lunga pausa imposta dall'emergenza. I sostenitori del presidente americano stanno arrivando da ogni parte del paese e da giorni si sono accampati fuori dal Bok Center di Tulsa, in Oklahoma, pur di non perdersi il grande ritorno del tycoon. Per Trump, in difficoltà nei sondaggi rispetto al rivale democratico Joe Biden - l'ultima proiezione di Fox News lo dà sotto di 12 punti, con il 38 per cento contro il 50 - quello di stasera è un appuntamento decisivo, e i suoi fan sembrano non volerlo deludere, visto che sono attese almeno 100 mila persone. «Vogliamo mostrare il nostro sostegno - ha raccontato Robin Stites, che è accampato da lunedì fuori dall'arena -. Il presidente e la sua famiglia hanno dedicato la loro vita al nostro Paese, sacrificare una settimana della nostra vita non è niente rispetto a quello che Trump ha fatto per noi».

L'evento non è limitato al comizio (la capienza dell'arena è di circa 19mila persone) ma la campagna elettorale di The Donald, secondo Nbc News, sta organizzando un vero e proprio festival, con diversi palchi, musica e altri personaggi di alto livello. Il tutto mentre incombe il rischio che l'appuntamento diventi un nuovo focolaio di coronavirus, soprattutto visto che a Tulsa nell'ultima settimana si è registrata una media di oltre 200 nuovi casi al giorno, con un balzo del 110 per cento rispetto alla settimana precedente. E anche Trump ha ammesso che una «piccola percentuale» di fan potrebbero contagiarsi. «Grandi folle e code si stanno già formando a Tulsa. La mia campagna non è ancora cominciata. Comincia sabato sera in Oklahoma!», ha twittato, sottolineando che «la maggioranza silenziosa è più forte che mai».

Intanto il sindaco della città, George T. Bynum, ha ordinato tre giorni di coprifuoco - dalle 22 alle 6 locali - sino a domenica mattina. L'obiettivo, ha spiegato, è di reprimere potenziali violenze durante la notte. Trump, da parte sua, ha inviato un duro monito a «qualunque dimostrante, anarchico, agitatore, saccheggiatore o farabutto che sta andando in Oklahoma»: «Non sarà trattato come a New York, Seattle o Minneapolis. Sarà una scena molto diversa».

Twitter, nel frattempo, è tornata a censurare l'inquilino della Casa Bianca, poco dopo che Facebook per la prima volta ha rimosso uno spot della sua campagna elettorale perché conteneva simboli nazisti e di istigazione all'odio. «Manipulated media», è la scritta comparsa sotto un tweet in cui il tycoon ha postato una versione modificata di un video molto popolare sui social, quello di due bimbi, uno bianco e uno afroamericano, che corrono l'uno verso l'altro e alla fine si abbracciano. Nel filmato postato dal presidente si vede invece il bimbo bianco inseguire quello nero e sotto la scritta: «Bambino terrorizzato fugge da bambino razzista». Solo dopo fa vedere le immagini originali con l'abbraccio con la frase «quello che è realmente successo», e ammonendo: «L'America non è il problema, il problema sono le Fake News».

L'attenzione di Trump, comunque, è ora tutta concentrata sul comizio in Oklahoma, che spera lo faccia decollare nuovamente nei sondaggi. Anche se a impensierirlo, in realtà, è più che altro la possibilità del voto per posta, su cui si stanno orientando vari stati Usa per contenere la diffusione del Covid-19.

In un'intervista a Politico, infatti, ha ammesso che questo rappresenta il suo più grande rischio di perdere le elezioni.

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