Trump rompe il ghiaccio: vuole la Groenlandia (e i giacimenti di uranio)

Il presidente e l'ipotesi di acquistare l'enorme isola. La Danimarca: «Non siamo in vendita»

Trump rompe il ghiaccio: vuole la Groenlandia (e i giacimenti di uranio)

Sarebbe la più grande compravendita immobiliare della storia, più importante dell'acquisto dell'Alaska da parte degli Stati Uniti dalla Russia nel 1867 per 7,2 milioni di dollari di allora (pari a circa 121 milioni di oggi). Il compratore sarebbe lo stesso, Washington, ma differente il venditore, la Danimarca, a cui appartiene la Groenlandia, l'isola più grande del mondo, coperta di ghiacci per gran parte dell'anno eppure assai appetibile da un punto di vista economico e strategico.

L'idea - secondo il Wall Street Journal che l'ha rivelata - sarebbe venuta a Donald J. Trump che ne avrebbe parlato con alcuni dei suoi collaboratori. L'inquilino della Casa Bianca pensa che la cosa sia fattibile ed è intenzionato a parlarne con la premier danese Mette Frederiksen nel corso della visita di stato che terrà ai primi di settembre a Copenaghen. Il ministro degli Esteri groenlandese ha tagliato corto: «Siamo aperti agli affari ma non siamo in vendita». Più sarcastico l'ex primo ministro danese Lars Løkke Rasmussen: «Deve essere uno scherzo d'aprile». Peccato che siamo a Ferragosto.

A prima vista potrebbe sembrare un'idea bizzarra quella di annettersi un enorme piattaforma ghiacciata con la più bassa densità di popolazione al mondo (un abitante ogni 38 km quadrati). Ma in realtà sono molti i fattori che rendono la «terra verde» (questo il significato di Groenlandia) assai interessante. Prima di tutto la Groenlandia è una cassaforte di risorse naturali: ricca di uranio e delle cosiddette «terre rare», fondamentali per l'industria tecnologica, ha i più grandi giacimenti di petrolio e gas naturali non ancora sfruttati. Ma soprattutto la Groenlandia potrebbe diventare la nuova frontiera delle rotte artiche, quelle che consentirebbero di unire Europa, Asia e America «tagliando» per il Polo Nord: un percorso proibito finora per gran parte dell'anno dalla presenza di ghiacci ma che i cambiamenti climatici e il fenomeno dello scioglimento dei ghiacci (gli scienziati hanno calcolato che lo scorso 31 luglio si sono disciolti oltre 10 miliardi di tonnellate di acqua) stanno rendendo praticabile anche in altre «zone» del calendario. Non è un caso che la Maersk Line, la compagnia danese leader mondiale del trasporto per mare, abbia lanciato lo scorso anno la Venta, il primo supercargo portacontainer da Vladivostok a San Pietroburgo. Una rotta costosetta ma molto più breve rispetto a quella tradizionale che passa attraverso il canale di Suez e dura una dozzina di giorni in più.

Certo, gli Stati Uniti vantano già una discreta influenza sull'isolona ghiacciata: dal 1951 vi si trova la base militare Usa più a Nord, Thule Air Base, a soli 1500 chilometri a Sud del Polo Nord, un tempo ritenuta strategica nel sistema di difesa missilistica della Guerra Fredda, che qui era davvero gelida. Ma la Groenlandia a stelle e strisce sarebbe una mossa vincente per gli Stati Uniti sullo scacchiere artico attorno a cui si affaccendano numerosi altri soggetti: la Russia, il Canada, i Paesi scandinavi e tutta l'Ue, l'Islanda, il Giappone e soprattutto la Cina, che di recente ha tenuto ad autodefinirsi «potenza quasi-artica» e ha dichiarato in un libro bianco di ritenere l'Oceano artico il proprio «frigorifero del futuro» aprendo una «via polare della seta» dall'algido nome di «Operazione Drago Bianco».

E poi c'è il prestigio: Trump non vede l'ora di allargare il territorio degli Stati Uniti di ben oltre il 20 per cento, annettendosi il cinquantunesimo stato, il più grande.

Un'idea che era già venuta a Harry Truman nel 1946 quando propose di acquistare la Groenlandia per 100 milioni di dollari passaggio di proprietà incluso. Oggi il prezzo ancora non si conosce: ma di certo la Danimarca oltre a «incassare» mucchi di dollari risparmierebbe i 591 milioni di dollari di sussidi che versa ogni anno al suo enorme iceberg personale.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica