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Trump rompe gli indugi: "Mi riprendo l'America"

Il tycoon e la ricandidatura: "Tenetevi pronti". L'annuncio quasi sicuramente il 14 novembre

Trump rompe gli indugi: "Mi riprendo l'America"

È iniziato il conto alla rovescia per sapere la verità sul futuro di Donald Trump nella politica americana. L'ex presidente dal palco dell'Iowa rilancia l'ipotesi sempre più concreta di una sua discesa in campo a Usa 2024, che secondo il sito Axios potrebbe annunciare il 14 novembre, pochi giorni dopo il voto di Midterm. «Per rendere il nostro Paese sicuro, glorioso e di successo, io molto, molto, molto probabilmente lo farò di nuovo. Molto presto. Tenetevi pronti», dice ai suoi sostenitori a Sioux City durante il primo di quattro comizi nello stato che tradizionalmente dà il via alle primarie, per sostenere le candidature alle elezioni di Medio Termine del senatore repubblicano Chuck Grassley e del governatore Kim Reynolds. Alcune fonti informate spiegano che il tycoon potrebbe cambiare idea sui dettagli, ma davanti ai suoi fan parla a lungo della sua potenziale ricandidatura alla Casa Bianca. In questi giorni prima del voto, dove in agenda ha appuntamenti in altri tre stati chiave - Florida, Pennsylvania e Ohio - Trump sta rafforzando la sua immagine di leader del Grand Old Party, ma se i suoi sforzi saranno ripagati da una vittoria dei repubblicani in Congresso, creerà ulteriore slancio per il probabile annuncio della sua candidatura. «Questo è l'anno in cui riprenderemo la Camera, riprenderemo il Senato - ribadisce -. Riprenderemo l'America e poi nel 2024, soprattutto, riprenderemo la nostra magnifica Casa Bianca». La posta in gioco nel voto di martedì è alta: se il Gop conquisterà il controllo del Congresso trasformerà il presidente Joe Biden in un'anatra zoppa per il resto del mandato, con un ostruzionismo totale da parte dei repubblicani. E Biden, da parte sua, per convincere gli indecisi sta puntando sul fatto che il rifiuto dei conservatori di accettare le sconfitte elettorali - a cominciare da quella del 2020 - mette in pericolo la sopravvivenza democratica della nazione. Ma comunque vadano le elezioni di Midterm, secondo gli analisti, la formalizzazione della candidatura di Trump motiverebbe fortemente il presidente in carica a cercare il secondo mandato. Intanto, Trump è nel fuoco incrociato della giustizia. I dirigenti del dipartimento di Giustizia valutano se una sua ricandidatura non crei la necessità di un procuratore speciale per sovrintendere alle due inchieste federali legate all'ex Comandante in Capo, una sull'assalto a Capitol Hill e l'altra sui documenti classificati sequestrati nella sua residenza di Mar-a-Lago. Figure del genere sono già state nominate per il Russiagate e per il caso Lewinsky, e visto che incriminare un candidato presidenziale scatenerebbe una bufera politica, per questo al dicastero di Merrick Garland si è dibattuto se la nomina di un procuratore speciale possa evitare allo stesso dipartimento accuse che l'amministrazione Biden stia colpendo un suo rivale politico. Il tycoon comunque si deve guardare anche da altre inchieste, tra cui quella in Georgia sulle sue pressioni per ribaltare il voto e quella della procura di New York sulle presunti frodi fiscali e bancarie della sua holding. Proprio su quest'ultimo fronte, un giudice della Grande Mela ha accolto la richiesta della procuratrice generale Letitia James di nominare un controllore indipendente che sovrintenda all'attività della holding di famiglia, vietando di trasferire qualsiasi asset non in contanti senza notificarlo in anticipo alla corte e alla stessa James. Il magistrato ha giustificato la decisione con la necessità di «assicurare che non ci sia ulteriore frode o illegalità che violi» la legge finché è in corso la causa civile. Nel frattempo, invece, Tom Barrack, amico e alleato di lunga data di The Donald, è stato assolto da tutte le accuse federali di aver mentito all'Fbi e di aver fatto lobbying illegale negli Usa come agente straniero non registrato per conto degli Emirati Arabi, sfruttando la sua vicinanza all'ex presidente.

Un brutto colpo per il dipartimento di Giustizia, che sta cercando di sradicare le influenze straniere nella politica americana.

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