
Donald Trump ed Elon Musk (nella foto) sono sempre più lontani. Dopo l'addio del first buddy all'amministrazione Usa, e la decisione del presidente americano di ritirare la nomina del miliardario suo stretto collaboratore alla guida della Nasa, la rottura totale si consuma con le durissime critiche del patron di Tesla alla legge di spesa repubblicana, che definisce addirittura un «abominio disgustoso». «Mi dispiace ma non ce la faccio più. Vergogna a chi l'ha votata: sapete di aver sbagliato e lo sapete» scrive Musk su X parlando di un provvedimento «spropositato e scandaloso». E durante la notte lancia nuove bordate dicendo che «questo immenso livello di spesa eccessiva porterà l'America alla schiavitù del debito».
La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ripete che Trump non ha intenzione di cambiare idea sul big, beautiful bill, il «grande, splendido disegno di legge», e i due principali esponenti repubblicani del Congresso respingono le critiche del sudafricano cercando di rassicurare i colleghi di partito. «Sbaglia completamente, e gliel'ho già detto», sottolinea lo speaker della Camera Mike Johnson, il quale suggerisce che le sue preoccupazioni siano motivate da interessi personali legati al fatto che la legge non prevede più facilitazioni per l'industria dei veicoli elettrici. Mentre il leader della maggioranza al Senato John Thune minimizza l'impatto che le critiche potrebbero avere al momento del voto. Anche se i repubblicani non possono permettersi più di tre defezioni in aula, e c'è già il senatore Rand Paul che dovrebbe opporsi. «Ovviamente Musk ha una certa influenza, ha un grande seguito sui social media, ma alla fine dei conti, qui al Senato si tratta di 51 voti. Penso che la domanda per i nostri membri sarà se preferiscono l'alternativa. E l'alternativa non è buona» continua Thune. Trump vuole firmare il disegno di legge entro il 4 luglio, e sta spingendo il Senato, che procede a rilento, a passarlo il prima possibile. «Approvare il big, beautiful bill è un'opportunità storica per cambiare il nostro Paese» afferma sui social. Il pacchetto mira a estendere i tagli fiscali approvati nel 2017 durante il primo mandato del tycoon e ad aggiungerne di nuovi, su cui il presidente ha fatto campagna elettorale, tra cui l'eliminazione delle tasse sulle mance. Include poi un massiccio stanziamento di 350 miliardi di dollari per la sicurezza delle frontiere, le deportazioni e la sicurezza nazionale. Per compensare le perdite di entrate fiscali, i repubblicani vogliono ridurre la spesa federale: si stima che 8,6 milioni di persone non avranno più accesso all'assistenza sanitaria e quasi 4 milioni perderanno i benefici del Supplemental Nutritional Assistance Program. Nel piano c'è poi quella che viene soprannominata revenge tax, una tassa nascosta che aumenterebbe le aliquote per individui e aziende provenienti da paesi le cui politiche fiscali con gli Stati Uniti sono considerate discriminatorie. Gli analisti di Wall Street tuttavia avvertono che la disposizione creerebbe un ulteriore disincentivo per gli investitori stranieri in un momento in cui la fiducia è già in bilico per le politiche commerciali trumpiane. Intanto il Congressional Budget Office (Cbo), un'agenzia apartitica che fornisce dati di bilancio al Congresso, ha rivisto al ribasso la stima dell'impatto della legge di spesa sul debito nazionale, affermando che aggiungerà circa 2.
400 miliardi di dollari ai 36.200 miliardi di passività del Paese. La nuova valutazione arriva il giorno dopo le critiche di Musk, che hanno dato nuovo sostegno ai falchi repubblicani anti-deficit contrari al provvedimento.