Tutti contro tutti, Le Pen ringrazia E Sarkò finisce umiliato dai suoi

Scambio di accuse tra il premier Valls e il leader dei Repubblicani In Borgogna votano al 90% per tenere Sarkò fuori dal secondo turno

Tra i due litiganti, il Front National gode. Marine Le Pen assiste compiaciuta allo spettacolo del rimpallo di responsabilità che destra e sinistra si rinfacciano sulle ragioni del trionfo del Front National al primo turno delle regionali del 6 dicembre. Da una parte il primo ministro Manuel Valls, che ha impiegato circa 48 ore prima di commentare i risultati, quasi sotto choc essendo lui l'uomo del governo più a destra nel panorama socialista e insieme anche il premier che ha fatto della lotta contro l'estrema destra una delle sue priorità. Valls attacca il leader del centrodestra Sarkozy accusandolo di aver strizzato l'occhio all'elettorato frontista legittimandone l'ascesa: «Quando sei un ex presidente della Repubblica, quando sei il capo di un partito, ti assumi le tue responsabilità. Non si corre dietro all'estrema destra e al Front National». A proposito dei ballottaggi di domenica prossima - per i quali Sarkozy ha fatto sapere che non formerà con il Partito socialista un Fronte repubblicano contro il Fronte dei Le Pen e non ritirerà alcun candidato per favorire gli uomini della gauche - il premier Valls lancia il secondo affondo: «Io non metterò mai sullo stesso piano la destra repubblicana e l'estrema destra. Mi assumo le mie responsabilità. È la differenza tra me e Sarkozy».Il leader dei Républicains, dal canto suo, insiste sulla linea del cosiddetto «ni-ni», né con i socialisti né con il Front National e attacca a sua volta i socialisti sostenendo che il successo del partito di Marine Le Pen dipenda dal mal governo della sinistra, ieri come oggi. «Ogni volta che la gauche è stata al potere - spiega Sarkozy - ciò si è tradotto dopo in una esplosione di voti per l'estrema destra». A smentire punto per punto il leader del centrodestra pensa immediatamente Le Monde, che in realtà prova, dati alla mano, come la crescita del Front National abbia attraversato governi di destra e di sinistra senza distinzioni. Un boom che Libération ha messo in evidenza confrontando il primo turno delle due elezioni regionali, quella del 2010 e quella di domenica scorsa, e provando che i voti per Front sono cresciuti del 170%, con picchi del 270% in alcuni dipartimenti.Anche per questo nel mirino del centrodestra finisce ormai proprio il presidente Sarkozy, accusato di aver fatto il gioco degli estremisti del Front. Addirittura ieri, durante una riunione in Borgogna voluta dal candidato François Sauvadet, espressione dell'allenza LR-UDI, cioè di Repubblicani e centristi, appreso che Sarkò sarebbe arrivato presto a dare «il suo sostegno» per il secondo turno, tra i partecipanti è esplosa la rivolta. Alla fine il 90 per cento ha votato per invitare il presidente a stare alla larga dalla regione, dove il candidato del centrodestra, espressione dell'UDI, era dato per favorito e si trova invece ora in grande difficoltà, 8 punti dietro al Front National (24% contro 31,5%) e solo un punto davanti al Ps.Da oggi mancano quattro giorni ai risultati definiti del secondo turno che ridisegnerà la Francia delle regioni (dopo la riforma Hollande ridotte da 22 a 13) e l'impressione è che da lunedì prossimo molte teste salteranno e molti equilibri verranno modificati sia a destra che a sinistra. Per ora l'obiettivo, tuttavia, è contenere l'avanzata inarrestabile di Marine Le Pen. Le donne di famiglia, la leader Marine e la nipote e deputata Marion sembra abbiano la vittoria già in tasca, entrambe con un risultato che oltrepassa il 40% e fiduciose che, come spesso accade, il Front guadagni consensi dal primo al secondo turno. Anche in Alsazia-Lorena Florian Philippot, numero due del partito, ha buone chance di farcela con il suo 36%, a meno che i voti di sinistra non si riversino sul candidato repubblicano. Per il centrodestra c'è la certezza di una sola regione, i Paesi della Loira dove al primo turno ha sfiorato il 38%. Persino più tranquilli i socialisti, che con grande probabilità porteranno a casa la Bretagna, l'Aquitania e i Midi-Pirenei-Linguadoca-Rossiglione. I socialisti sono favoriti anche in Centro e Normandia mentre l'Ile de France è in piena incertezza (39% contro il 38% a favore di Valérie Pécresse con il Front che potrà fare la differenza).

Infine la totale incognita della Borgogna dove i tre partiti sono tutti tra il 31 e il 32 per cento. E Valls chiama a raccolta gli elettori che al primo turno si sono astenuti: «Il solo messaggio che possiamo far passare è di andare a votare».

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