Coronavirus

Tutti gli errori del premier. Ora è costretto a sparire

Prima ha minimizzato poi ha creato il panico. E per la fuga di notizie l'imputato è Casalino

Tutti gli errori del premier. Ora è costretto a sparire

La comunicazione di Palazzo Chigi fa acqua da tutte le parti. E rischia di provocare più danni del Coronavirus. La gestione di un'emergenza sanitaria non è la partecipazione al Grande Fratello. Ed infatti, dall'inizio della fase calda dell'epidemia, il premier Giuseppe Conte e il portavoce Rocco Casalino non ne hanno beccata una sulla comunicazione istituzionale. Passando, in poche ore, da messaggi rassicuranti al popolo «nessun allarmismo» alle maratone televisive che gettano nello sconforto gli italiani.

Il governo prende l'ultimo scivolone due giorni fa: nel pomeriggio del 19 marzo circola l'indiscrezione dell'arrivo di nuove restrizioni (chiusura nel fine settimana o riduzioni degli orari) per le attività di supermercati. Risultato? File chilometriche e assembramenti all'esterno dei negozi di generi alimentari. Con un rischio contagio altissimo. Tanto che alcuni sindaci hanno lanciato appelli a non correre nei supermercati perché non c'è alcuna restrizione. Ancora una volta la comunicazione di Palazzo Chigi mostra una falla. Un film già visto nella serata del 7 marzo: le agenzie di stampa mettono in rete una bozza del decreto del presidente del Consiglio (non ancora firmato) che impone la quarantena per le Regioni del Nord e 11 province. Risultato? Scatta l'assalto ai treni per rientrare dalle famiglie nel Mezzogiorno. Stavolta la falla è enorme. Perché l'epidemia si sposta al Sud. Il premier scarica la colpa sui governatori (in possesso del testo per le ultime osservazioni). Ma è solo l'ennesima prova di una comunicazione che fa acqua da tutte le parti. Come nel caso dell'annuncio (prima smentito e poi confermato) sulla chiusura delle scuole. A Palazzo Chigi va in scena lo scontro tra il ministro della Scuola Lucia Azzolina e lo staff comunicazione del capo del governo. L'Ansa batte la notizia: il governo ha deciso di sospendere le attività didattiche. Il ministro Azzolina corre fuori da Palazzo Chigi per smentire. In serata, arriva l'annuncio (stavolta del ministro) sulla chiusura delle scuole.

Ma il meglio di sé Conte e lo staff comunicazione lo danno nelle fasi iniziali dell'esplosione dell'emergenza Coronavirus in Italia. Cambiando continuamente posizione e generando confusione nell'opinione pubblica. Il 27 gennaio scorso il presidente del Consiglio (come ha ricordato ieri il sito Dagospia) Conte è ospite di Lilli Gruber al programma Otto e Mezzo. Coronavirus? «Siamo prontissimi. Abbiamo adottato tutti i protocolli». Il 21 febbraio arrivano i primi due casi in Italia (Codogno) di persone risultate positive al Coronavirus. Conte ancora una volta lancia segnali rassicuranti: «Nessun allarmismo». Passano poche ore e la strategia di Palazzo Chigi cambia radicalmente: Conte dà inizio alla personale maratona televisiva (in alcuni casi collegamenti dalla sede della Protezione Civile). Gli spin doctor di Palazzo Chigi gli suggeriscono di prendere la scena. Occupare le tv. Ignorando però di sortire un altro effetto: l'aumento di allarmi e psicosi nella popolazione. Finita? Ancora no. Il premier cambia ancora: il 27 febbraio il presidente del Consiglio è a Napoli con il presidente francese Emmanuel Macron a mangiare babà. Coronavirus? «Tutto sotto controllo», ribatte un sorridente premier. La macchina della propaganda si è inceppata. Al punto che oggi Conte (consigliato forse dal Quirinale) ha deciso di sparire dai radar dei media. Apparendo in tv solo per illustrare i provvedimenti del governo. E limitando le interviste ai quotidiani.

Una resa.

Commenti