
Ergastolo per avere ucciso a martellate la moglie, Francesca Deidda, poi nascosta in un borsone e abbandonata in una foresta sulla statale Orientale sarda nel cagliaritano nel maggio del 2024, dove venne ritrovata due mesi dopo mentre lui cercava di convincere tutti che la donna si era allontanata per un po' per prendersi una pausa di riflessione. È la condanna inflitta dalla Corte di Assise di Cagliari a Igor Sollai, l'autotrasportatore di 43 anni accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere, insieme ad un anno di isolamento diurno.
I giudici hanno accolto la ricostruzione del femminicidio fatta dal pm Marco Cocco, riconoscendo le aggravati della premeditazione, della crudeltà e della minorata difesa, ma non quella dei futili motivi. Sollai è rimasto impassibile alla lettura delle sentenza che lo ha condannato al carcere a vita. Dopo l'improvvisa e inspiegabile scomparsa della moglie, l'imputato aveva cercato di mostrarsi innocente dicendo di non sapere nulla e cercando di simulare che la donna fosse ancora viva inviando strani messaggi dal suo cellulare ad amiche e colleghe, oltre a una richiesta di ferie e una mail con una lettera di dimissioni al titolare del call center dove lavorava.
Decisive, per le indagini, le ricerche on line fatte da Sollai su come nascondere un corpo, scavare una fossa e sugli effetti di un colpo violento alla testa. L'imputato avrebbe anche cercato informazioni sull'acquisto di cianuro e dopo il delitto comprato piante per cercare di nascondere il borsone con il corpo, pagandole con carta di credito. Il caso ha avuto una svolta decisiva quando gli inquirenti hanno scoperto che il veicolo da lavoro dell'autotrasportatore era dotato di un gps nascosto: tracciando i suoi spostamenti nei giorni successivi alla scomparsa, gli investigatori sono riusciti a risalire al luogo in cui il corpo era stato occultato.
L'imputato è stato anche condannato al pagamento di una provvisionale di 100mila euro, immediatamente esecutiva, al fratello della vittima. "Sono soddisfatto, ma quello che è successo non cambierà. Mia sorella non c'è e non ci sarà", ha commentato Andrea Deidda. "Non c'è da essere contenti. Non si può parlare di soddisfazione quando c'è una persona morta e un'altra condannata all'ergastolo", ha aggiunto il suo legale, Gianfranco Piscitelli.
Dopo essersi proclamato innocente per mesi, nel novembre del 2024 Sollai crollò: "Ho ammazzato mia moglie, abbiamo
litigato, ho afferrato la prima cosa che mi è capitata tra le mani e l'ho colpita in testa". Dopo la confessione il killer ammise anche che era stato lui a mandare i messaggi per fare credere che la moglie fosse ancora viva.