Uccise pedone: ergastolo della patente

Il pirata condannato era ubriaco e la sua automobile non era assicurata

Uccise pedone: ergastolo della patente

Milano Una pena di sei anni e mezzo di carcere e l'«ergastolo» della patente. È la condanna decisa ieri per il pirata della strada che lo scorso 27 gennaio a Milano ha travolto e ucciso un pedone di 88 anni, Sandro Orlandi. L'automobilista, Alessandro Ghezzi, di 45 anni, guidava in stato di ebbrezza e non si è fermato a prestare soccorso. Non solo. Si era messo al volante con la patente sospesa e il suo Suv non era assicurato.

La decisione è stata presa dal gup Natalia Imarisio nel processo celebrato con il rito abbreviato. Il pm Francesco De Tommasi aveva chiesto una pena di sette anni per l'accusa di omicidio stradale aggravato dalla guida in stato di ebbrezza e dalla fuga. L'imputato, che era stato portato in carcere dalla polizia locale poche ore dopo l'incidente e ora si trova ai domiciliari, era in aula. Così come Massimo Orlandi, figlio della vittima, parte civile e assistito dall'avvocato Domenico Musicco. Un altro legale di parte civile, l'avvocato Giusi Regina, rappresentava i nipoti dall'anziano.

Quella sera Sandro Orlandi stava attraversando la strada in via Michelino da Besozzo, a nord-ovest della città. L'impatto lo aveva sbalzato a 22 metri di distanza. Ghezzi aveva un tasso di alcol nel sangue di 1.58, tre volte superiore alla soglia consentita. È emerso poi che aveva diversi precedenti penali per lesioni, resistenza a pubblico ufficiale e appunto guida in stato di ebbrezza. La difesa del 45enne ha sostenuto che proprio perché era ubriaco ed era buio, non si accorse di aver investito una persona. Mentre lui in aula ha chiesto scusa per l'accaduto.

«Sono troppo coinvolto per dire qualcosa di neutrale - ha dichiarato Massimo Orlandi subito dopo il verdetto - ma credo che questo tipo di reati dovrebbe essere punito più severamente». L'avvocato Musicco ha spiegato: «La condanna è in linea con quelle previste dalle nuove norme sull'omicidio stradale e coerente con il rito abbreviato (che prevede lo sconto di un terzo della pena, ndr). Ci soddisfa la revoca a vita della patente, un caso raro». D'accordo su questo punto il figlio della vittima: «Almeno quello che è successo a mio padre non si potrà ripetere». Il giudice ha inoltre deciso una provvisionale per i familiari di 30mila euro.

Per quanto riguarda invece il risarcimento, si dovranno rivolgere al Fondo di garanzia per le vittime della strada, istituito proprio per i casi in cui i veicoli che provocano incidenti con morti, feriti o danni non hanno assicurazione.

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