Ucciso a coltellate sotto casa dei suoi. Killer incappucciato. La pista passionale

L'esperto di videosorveglianza, 39 anni, è morto con 12 fendenti. Aveva tre figli

Ucciso a coltellate sotto casa dei suoi. Killer incappucciato. La pista passionale
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L'ha rincorso per alcuni metri. Una volta raggiunto, l'ha colpito con tredici coltellate. Vittima Marco Veronese, titolare della M&M Service, ditta che si occupa di video sorveglianza, padre di tre bambini, separato dalla moglie. Un uomo incappucciato l'assassino. Non un killer professionista, secondo i carabinieri di Collegno e Rivoli e il Nucleo investigativo di Torino che hanno lavorato tutta la notte per repertare le tracce lasciate in strada. Un omicidio brutale accaduto all'una e trenta di mercoledì in via Sabotino, angolo corso Francia, a Collegno. Di certo i due si conoscevano.

"Ho sentito delle urla, forti, bastardo, cosa fai?, e mi sono affacciata al balcone", racconta una donna che abita poco distante e che ha chiamato il 112. "Ho visto un uomo col cappuccio in testa - continua la testimone - che ne inseguiva un altro. Questo urlava e correva, cercando di scappare, fino a che è stato raggiunto e colpito, più volte. A quel punto è finito a terra, urlando, oh mio Dio, e non si è più mosso. Era stato ucciso". Un delitto dettato dalla rabbia, secondo una prima ricostruzione. Veronese, persona onesta, gran lavoratore, nessuna frequentazione losca, da parenti e amici viene descritto come un uomo perbene. Chi l'ha condannato a morte? Gli inquirenti seguono varie piste per arrivare al movente quindi all'aggressore. Due le ipotesi più accreditate, entrambe legate alla sfera affettiva di Veronese. Una vendetta da parte di un fantomatico nuovo compagno dell'ex moglie o di un suo parente oppure da parte di un ex della sua nuova compagna. Tutto ancora da valutare alla luce anche delle telecamere piazzate da Veronese stesso alla tabaccheria vicina e al bar Bermuda che avrebbero ripreso in parte la scena e, soprattutto, l'auto con cui l'assassino si è dileguato dopo la mattanza. L'arma non è stata trovata nonostante la zona sia stata setacciata al millimetro. E il fatto che l'omicida si sia presentato armato sotto l'abitazione di Veronese è la prova di un delitto premeditato.

La Procura di Torino ha aperto un fascicolo per omicidio volontario. Tanti gli elementi nelle mani dei carabinieri e che escluderebbero l'omicidio su commissione per mano di un sicario. Veronese, almeno sul lavoro, non avrebbe avuto nemici, stando sempre a quanto raccolto dagli investigatori nelle prime ore. A lanciare l'allarme una passante che ha visto l'uomo agonizzante a terra dopo l'aggressione. Inutile il tentativo di rianimarlo da parte dei sanitari del 118. Sul posto il medico legale che ha constatato il decesso per ferite d'arma da taglio in più parti del corpo, soprattutto al torace.

Dopo la separazione Veronese era tornato a vivere a casa dei genitori pensionati, in via Sabotino. Ed è lì che l'assassino gli ha teso l'agguato, seminascosto fra le auto in sosta e il portone di Veronese. Una vicina racconta: "Marco era una persona gentile, educata. Un bellissimo uomo, bravissimo con i figli e i genitori. Spesso portava i ragazzini dai nonni. Il padre questa mattina (ieri per chi legge, ndr) mi ha detto che la moglie era in casa con due amiche. Gli ho chiesto se avesse bisogno di qualcosa, lui mi ha risposto: "Cerco di farcela. Sono sconvolta da quanto accaduto, tanto che non sono andata a lavorare e ho chiesto un giorno di ferie.

Non avevo voglia di lasciare mia figlia sola in questa situazione". La Procura nei prossimi giorni conferirà l'incarico per eseguire l'autopsia per stabilire quale il colpo mortale della dozzina inferti secondo il medico legale.

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