Economia

La Ue cambia le regole ma lo scandalo cresce e la Svizzera «frena» Vw

Basta con i test di laboratorio, ora le emissioni saranno misurate in strada. Berna blocca la vendita dei diesel sospetti, Bmw scagionata

La Ue cambia le regole ma lo scandalo cresce e la Svizzera «frena» Vw

S tretta al «patentino green» delle auto europee. Con il nuovo corso Volkswagen, anche Bruxelles ne approfitta per correre ai ripari e annuncia che, dal primo gennaio 2016, cambieranno i test su gas e consumi, mentre la Svizzera blocca la vendita di auto sospette (potrebbero essere 180mila) e il dipartimento di giustizia Usa ha annunciato l'avvio di un'indagine. La novità europea sarà nella prova, che sarà effettuata su strada in condizioni reali, e non più su rulli meccanici in condizioni controllate e - come emerso dal dieselgate - «controllabili». La legge attuale - in vigore in ben 50 Paesi - prevede, infatti, che i consumi per tragitti in città e su strada siano calcolati simulando il viaggio delle macchine su speciali rulli per circa 20 minuti: per 780 secondi viene misurato il consumo nel percorso urbano, per 400 secondi quello di un viaggio extraurbano; per un tempo massimo di 10 secondi, infine, si raggiunge la velocità di 120 chilometri orari.

Non solo: le case costruttrici hanno la possibilità di effettuare questi test senza aria condizionata e con modelli completamente privi di accessori. Insomma, nulla di quello che è in vendita poi al concessionario. Tutto ciò, a favore delle auto ibride - che fanno quasi tutta la prova in modalità elettrica - e le auto a benzina di grande cilindrata - che usano un centesimo della loro potenza - facendo il test a regimi di rotazione da parcheggio. Un dettaglio importante che può aiutare a spiegare il caso Bmw. L'azienda tedesca, giovedì, è stata infatti investita da accuse di manipolazione al pari della sorella Volkswagen. Auto Bild ha riportato la notizia che le emissioni della X3 (XDrive 20d), nel corso di un test su strada, hanno superato di 11 volte i limiti fissati dalla normativa europea per le euro 6.

Un'ipotesi che ha scatenato una bufera e la secca smentita della società. Ma alla quale il mercato ha creduto mandando al tappeto tutto il settore. Solo ieri, però, il magazine ha fatto marcia indietro spiegando di essere stato frainteso. «Non abbiamo mai avuto l'intenzione - spiega Auto Bild - di accusare Bmw di manipolare i livelli di emissione». Come si motiva, dunque, la discrepanza coi limiti? La rivista dice che «i valori riportati nel documento citato sono stati generati durante un unico test su strada della durata di un'ora». Come a dire, che non si può fare di tutta l'erba un fascio.

La verità, probabilmente, sta nel mezzo. La Bmw non ha truccato i test, ma le emissioni inquinanti sono comunque spesso fuori norma, come sta emergendo di fatto in tutta Europa. Secondo un report pubblicato dall' International Council on Clean Transportation (Icct), «c'è un gap tra i valori ufficiali e il mondo reale, che è andato espandendosi nel tempo: dall'8% del 2001 al 40% del 2014». Il tutto, senza che ci siano di mezzo necessariamente software truccati.La maggior parte della differenza tra dichiarato e consumato effettivamente risale alla flessibilità che le procedure di omologazione consentono alle case. Nello studio, anche una scomposizione dei risultati per marchio. La dinamica del gap tra dichiarato e reale di Bmw si pone sopra la media (per il 38%), lo stesso vale per Daimler e Audi, che hanno vissuto una crescita del gap negli ultimi tempi al 48% e al 45%. Psa e Renault-Nissan sono rimasti sotto la media fino al 2012, ma hanno poi raggiunto il 40% di gap e lo stesso si può dire di Volkswagen. Menzione per Fca, Ford e Gm, che sono sotto la media.

Intanto, la casa di Wolfsburg crolla ancora in Borsa (-4,32%), lasciando sul terreno il 34% da venerdì scorso. Nel complesso sono andati in fumo oltre 22 miliardi di capitalizzazione.

Meglio per le altre case, in particolare per Bmw e per Fca che recuperano, rispettivamente, il 4,2 e il 3,2 per cento.

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