Sorveglianza e pulizia: spese fuori controllo

Sorveglianza e pulizia:  spese fuori controllo

Uscieri, guardie armate, facchini, addetti alle pulizie, lavandaie. Le Regioni sono piccole città dove c'è bisogno di un'infinità di mestieri. Queste mansioni sono più conosciute nel grandi palazzi romani, come la Camera e il Senato, ma i bilanci delle Regioni parlano chiaro: oltre ai milioni di carta e penne e pennarelli acquistati ogni anno, una parte non piccola di denaro pubblico viene investita nei servizi ausiliari «per il funzionamento dell'Ente», argomento della quarta puntata del Giornale sulle spese delle Regioni ricavate dai dati Siope della Banca d'Italia e analizzati dalla Fondazione Gazzetta amministrativa. L'esame della gestione «estetica» dei palazzi, dal decoro all'organizzazione logistica della mobilia (ma non della manutenzione, capitolo a parte) mette in luce forse più che altri capitoli le spropositate differenze di spesa tra Regione a Regione, fotografia di uno Stato dove la burocrazia parla venti lingue diverse e dove sorvegliare le sedi della Regione Umbria costa 3mila volte di meno che custodire quelle della Regione Lazio.

Tenuto conto della varietà stupefacente degli stanziamenti, le venti sorelle sconosciute una all'altra hanno speso comunque nel 2017 oltre 60 milioni in sorveglianza dei palazzi, custodia e accoglienza, 55 milioni in pulizie e servizi di lavanderia, più di 8 milioni in traslochi e facchinaggio, e quasi 25 milioni di servizi per il personale e «servizi ausiliari Nac». È questa la voce di più difficile codifica. Secondo il glossario della Banca d'Italia, dovrebbero essere iscritti sotto questo codice tutti gli impegni di spesa che non appartengono al decoro della struttura né a quello del personale: «che non trovano una esatta collocazione nelle voci precedenti». Ci si aspetterebbero briciole, invece si tratta di milioni. Capire che cosa rotoli in questo codice è un'impresa anche per i tecnici di via Nazionale. Come le scorse settimane, sono escluse dalla valutazione Friuli Venezia Giulia, Trentino e Val d'Aosta, perché includono nel bilancio anche gli investimenti per la sanità.

La piccola parte di funzionamento logistico dei palazzi in esame oggi, burocrazia pura, costa insomma ai cittadini circa 150 milioni di euro l'anno. E ribalta le classifiche precedenti: agli ultimi posti la Lombardia, non tanto per il prezzo di custodia e accoglienza - il secondo più alto dopo il Lazio - ma per le spese dei servizi ausiliari a beneficio del personale: più di 6 milioni. Secondo il glossario Siope i tesorieri devono iscrivere sotto questo codice spese «quali ad esempio barbiere, calzolaio etc». Possibile che la Lombardia investa 1.800 euro l'anno in capelli e riparazione scarpe per ogni dipendente? «Niente barbieri o calzolai», ci viene risposto. Sono spese di soft facility, per benessere e sicurezza dell'ambiente di lavoro, e in più sono stati caricati sotto questa voce pulizia, portierato e space planning. Nel 2018 il Pirellone ha tagliato comunque queste voce di un milione di euro: «Confermiamo la virtuosità di spesa della Lombardia - garantisce la Regione - che si pone sempre con un complesso di spese di funzionamento pari a circa la metà della media delle altre Regioni». Tra i servizi ausiliari generici spiccano i 5 milioni e 400mila euro della Toscana («spesa fuori controllo», voto B), il milione e 700mila euro della Liguria e il milione e 400mila euro della Basilicata. Ma la Regione di Matera capitale della Cultura investe una somma spropositata, «fuori controllo» secondo Gazzetta amministrativa, nei servizi di sorveglianza e accoglienza. Nella custodia spende 3 milioni e 600mila euro, cioè il quadruplo dell'Abruzzo. Sulla pagina dell'Amministrazione trasparente è indicata la gara con base d'asta ma non il suo esito. Toscana e Basilicata non hanno per ora risposto alle richieste di chiarimento.

La Regione più «pulita», ossia dove la pulizia è più costosa, è il Lazio: oltre 6 milioni nel 2017 per riordino degli uffici e lavanderia, quasi 20mila euro per ogni giorno lavorativo, 2.400 ogni ora di ufficio, 40 euro al minuto. Il pur piccolo Molise, invece, spende in pulizie come un paio di famiglie medie italiane di lavoratori con figli: 7mila l'anno, 580 euro al mese. Non indica costi di sorveglianza. È stato «eccessivo», secondo il rating di Gazzetta amministrativa, l'impegno in traslochi del Veneto. Sulla pagina Amministrazione irasparente del Lazio compaiono i bandi di gara con l'elenco preciso dei partecipanti, ma non l'importo del contratto.

Un altro ostacolo per chi volesse decriptare il modo in cui vengono impiegate le risorse è appunto la scarsa trasparenza che sembra riguardare tutte le Regioni.

Nelle pagine Internet di riferimento, dove i cittadini dovrebbero poter consultare tutto con la massima facilità, vengono spesso inseriti i bandi di gara con la base d'asta, ma non l'aggiudicatario e l'importo. Oppure, in sezioni diverse, è inserito l'importo ma non l'aggiudicatario. E i moduli sono tutti diversi.

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