Cronache

Un'altra esplosione mortale nel deposito armi di Hezbollah

Quattro morti nel Sud. L'agenzia di stampa statale denuncia "un'intensa presenza di aerei israeliani"

Un'altra esplosione mortale nel deposito armi di Hezbollah

Un boato e poi una grossa colonna di fumo nero. Una nuova grande esplosione è avvenuta ieri pomeriggio nel villaggio di Ain Qana, nel sud del Libano. Ha provocato un incendio e un denso fumo nero. Secondo i primi elementi, l'esplosione è avvenuta in un edificio di proprietà di Hezbollah, ma non è ancora chiaro se fosse un magazzino di armi o l'abitazione di un quadro del partito.

Una fonte all'interno dei servizi di sicurezza ha precisato che un deposito di armi appartenenti a Hezbollah è stato distrutto dall'esplosione a seguito di un errore tecnico. «La terra ha tremato e poi abbiamo sentito una forte esplosione. All'inizio pensavo si trattasse di un raid israeliano», ha detto Mahmoud, un abitante del posto. «Ma poi ci siamo resi conto che era in una casa ai margini del villaggio e abbiamo sentito le ambulanze».

Quattro sono le vittime secondo fonti e testimoni locali. Hezbollah è la forza politica dominante nel sud del Libano e mantiene un potente braccio militare che ha più di 100 mila razzi. Un portavoce di Hezbollah ha riferito però che l'esplosione è avvenuta in un centro di sminamento collegato al gruppo sciita in cui erano immagazzinate munizioni inesplose di una precedente guerra con Israele. Il portavoce ha anche confermato che l'esplosione è stata causata da un errore tecnico, ma ha negato che ci siano state vittime.

Secondo fonti locali invece diversi sono i feriti, ma non si hanno numeri precisi. L'esplosione è avvenuta in una zona residenziale, una ventina di abitazioni sono state danneggiate e diverse auto distrutte. I residenti nella zona in preda al panico sono stati evacuati e sono corsi nella direzione opposta al fumo, mentre altri sono rimasti increduli a guardare. I membri di Hezbollah hanno isolato il luogo dell'esplosione e hanno impedito ai giornalisti di avvicinarsi all'area.

Secondo l'Agenzia nazionale libanese, dalla mattina fino al momento dell'esplosione erano stati notati intensi sorvoli israeliani, con aerei da guerra e droni-spia, nelle zone di Iklim al-Touffah e Nabatiye, vicino a dove è avvenuta l'esplosione. Il botto è stato sentito fino alla città di Saida, a circa trenta chilometri di distanza. Ma ieri è stata una giornata travagliata anche per altri motivi. Al mattino, un piccolo incendio è divampato nel perimetro del porto di Tripoli nel nord del Libano. E un altro è avvenuto nel pomeriggio in un magazzino di pitture nel distretto di Ouzai, nella periferia sud di Beirut, senza fare feriti.

Questa ennesima esplosione arriva in un momento difficile e preoccupante per il Libano. Il Paese è ancora traumatizzato dalla doppia esplosione del 4 agosto, che ha dilaniato il porto di Beirut, e ha ucciso più di 190 persone e ferito 6.500.

Quel fatidico 4 agosto, l'incendio è scoppiato in un hangar del porto di Beirut dove erano immagazzinate 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, custodite senza alcuna misura di sicurezza. Il 10 settembre è scoppiato un nuovo incendio nello stesso porto, che ha provocato un forte fumo tossico che ha ricoperto la città e causato un tremendo panico tra i beirutini ancora traumatizzati dal disastro di agosto.

Quello di ieri è l'ennesimo incidente, Beirut e il Libano sono stremati e davanti ad una grande prova di coraggio e resistenza.

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