Unico rimedio: il passo indietro del "pubblico"

Unico rimedio: il passo indietro del "pubblico"

Dal momento che il contratto di governo su cui poggia il governo gialloverde è fondato su promesse assai difficili da mantenere, è fatale che ora si punti a trovare soldi in qualche modo: con quel condono che è stato battezzato «pace fiscale» e, insieme a ciò, con una generale guerra all'evasione.

Sul tema è ora intervenuta la Cgia di Mestre, che in un studio ha sottolineato come nell'arco di dieci anni i condoni susseguitisi abbiano permesso allo Stato d'incassare solo 131 miliardi (molto meno di quanto i governi sperassero) e come soprattutto il costo che la macchina pubblica italiana rappresenta per il sistema delle imprese sia assai superiore non soltanto all'insieme dei condoni, ma addirittura all'intera evasione tributaria.

Quanti hanno responsabilità di governo, allora, dovrebbero iniziare a ragionare diversamente. Dovrebbero capire, in particolare, che non soltanto l'economia non può risollevarsi con questa pressione fiscale e con questo Stato, ma che perfino sottrarre ricchezza a produttori e risparmiatori diviene impossibile se non si pone un freno all'azione dei poteri pubblici.

Come la Cgia ricorda, la pubblica amministrazione ha un debito di quasi 60 miliardi verso le aziende; l'eccesso di burocrazia costa soltanto alle piccole e medie imprese altri 30 miliardi; i ritardi della giustizia civile annullano addirittura un punto del Pil; e infine i ritardi causati da un sistema dei trasporti che funziona male per la carenza di concorrenza pesano per altri 12 miliardi.

Ognuna di queste stime può certo essere in parte contestata, ma è indiscutibile il senso generale della riflessione: perché o lo Stato italiano arretra e lascia più spazio a quanti vogliono intraprendere e lavorare (permettendo quell'aumento della produttività che oggi appare un miraggio), oppure non ci resterà altro che questa decrescita infelice, questo generale peggioramento delle condizioni di tutti, questo costante aumento del numero di quanti lasciano l'Italia per farsi una vita nel Regno Unito o in Germania.

Nessuno s'attende che la politica si ridimensioni per aiutare l'economia italiana e iniziare a rispettare i diritti dei cittadini.

Ci si augura, però, che almeno qualcuno comprenda che se non si ridimensiona la sfera pubblica e la burocrazia, vi saranno sempre meno possibilità di reperire le risorse per lo stesso Stato. Con il risultato che pure questa classe di governo sarà spazzata via dal moltiplicarsi delle disillusioni e delle frustrazioni.

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