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"Uniti per le emergenze, sorprenderemo i gufi". Il caso delle deleghe

Il primo Consiglio dei ministri: "Situazione difficile, servono lealtà e responsabilità"

"Uniti per le emergenze, sorprenderemo i gufi". Il caso delle deleghe

«Ci guardano tutti, c'è grande aspettativa su di noi, ma saremo una bella sorpresa per l'Italia e per i gufi». È il suono della campanella, appena ricevuta dal premier uscente Mario Draghi, a dare il via al primo Consiglio dei ministri del governo Meloni. Il presidente del Consiglio (e non «la», come da precisa scelta lessicale della numero uno di Fratelli d'Italia), è seduta accanto ad Antonio Tajani e al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Proprio a quest'ultimo viene formalizzata la nomina ufficiale (a cui potrebbe aggiungersi la delega ai servizi segreti) così come vengono attribuite le funzioni di vicepremier a Tajani e a Matteo Salvini.

Il messaggio che Giorgia Meloni consegna si suoi ministri è molto diretto. «Finite le foto e le cerimonie dobbiamo metterci al lavoro con responsabilità. La situazione del Paese è difficile e le risposte da dare ai cittadini dipendono da noi. È finita la campagna elettorale, sono finite le competizioni, ora dobbiamo dirci le cose in faccia con lealtà. Serve unità per affrontare le sfide sul tavolo». «Si comincia. Con molta emozione ma anche con la consapevolezza delle difficili sfide che ci attendono. Ora tocca a noi: siamo pronti», è il messaggio affidato a Twitter dopo la riunione del consiglio dei ministri. Concetti che vengono sposati e ribaditi anche dai vicepremier Tajani e Salvini che confermano l'impegno alla compattezza della coalizione.

La prima riunione ufficiale della nuova squadra inizia alle 12.30. Giorgia Meloni ringrazia innanzitutto Sergio Mattarella, una guida preziosa in settimane e giorni complicati. Meloni concorda anche il ruolo di advisor all'energia dell'uscente Roberto Cingolani, che resterà in forza a Palazzo Chigi, come consulente a titolo gratuito, dopo che qualcuno aveva anche ipotizzato una prosecuzione del suo incarico ministeriale. Giorgia Meloni aveva iniziato già a lavorare in vista dell'incontro di ieri con Emmanuel Macron, in visita in Italia. Antonio Tajani, invece, fa sapere di stare seguendo «con il massimo impegno e con grande determinazione il caso di Alessia Piperno, la giovane italiana detenuta in Iran», come ha ribadito al padre Alberto durante «una lunga e cordiale telefonata».

Le prime parole dei neo-ministri sono all'insegna dell'emozione e del senso di squadra. «Giorgia Meloni ci ha incoraggiato a darci da fare, a metterci subito al servizio dei cittadini» dice Alessandra Locatelli, ministro della Disabilità. «Meloni ci ha augurato buon lavoro richiamandoci al senso di responsabilità. Ha fatto un forte richiamo alla consapevolezza, al fatto che le cose accadono se si lavora in una squadra» commenta il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo. E il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani racconta che «Giorgia Meloni ci ha detto che siamo chiamati a dimostrare che il governo sarà una grande sorpresa per tutti, saremo una bella sorpresa per l'Italia e lavoreremo per questo». Sullo sfondo nei prossimi giorni bisognerà risolvere alcuni nodi legati alle deleghe, questione che definirà gli spazi di manovra dei vari ministri. Fonti della Lega sottolineano che le deleghe del ministro Musumeci, per il Mare e per il Sud, «non assorbiranno alcuna competenza attualmente in capo al ministero delle Infrastrutture» guidato da Matteo Salvini.

E se restano da definire nel dettaglio le competenze sul Pnrr, un altro delicato dossier riguarda l'energia: le competenze sono state in gran parte trasferite alla Transizione Ecologica e Forza Italia ribadisce che quelle funzioni spettano esclusivamente a Gilberto Pichetto Fratin.

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